giovedì 21 Novembre 2024

Enough is enough: nel Regno Unito esplode la protesta contro il carovita

Negli ultimi giorni le strade del Regno Unito si sono riempite di manifestanti che chiedono misure immediate contro il carovita e la speculazione sui prezzi dell’energia, oltre 50 gli appuntamenti di protesta lanciati dal movimento “Enough is Enough” (abbastanza è abbastanza) che hanno attraversato tutta la Gran Bretagna. Alle proteste per la diminuzione del costo della vita e il taglio delle spese in bolletta, appoggiate anche dai sindacati, si sono affiancati anche i movimenti di protesta contro le conseguenze ambientali causate dalla situazione attuale. Nel mirino l’esecutivo conservatore guidato da Liz Truss, che in pochi giorni di vita ha già attirato le critiche per le misure contro la tutela ambientale (come la fine della moratoria sul fracking e la revisione degli obiettivi climatici) e con l’annuncio – poi ritirato – del taglio delle tasse per i ricchi.

La campagna, lanciata dal movimento Enough is Enough, è stata sostenuta anche da sindacati e leader del partito Laburista e ha mobilitato migliaia di persone nelle principali città del paese. Hanno preso parte ai cortei anche movimenti tra cui Don’t Pay Uk, e vari collettivi per i diritti ambientali, di genere e delle minoranze. Si tratta quindi di manifestazioni che vedono convergere diversi temi tra cui le lotte sul posto di lavoro e sui territori e la giustizia sociale ed ambientale.

Il mercato energetico del Regno Unito è completamente privatizzato ed è suddiviso in fornitori e distributori che vendono elettricità e gas ai propri clienti. L’energia fornita è composta prevalentemente da fonte eolica, idroelettrica e atomica, i cui prezzi stanno comunque lievitando per i consumatori in quanto agganciati a quelli del gas. Secondo un sondaggio riportato dal The Guardian condotto su oltre 2.000 adulti nel Regno Unito, almeno il 23% della popolazione quest’inverno, se queste sono le premesse, farà a meno del riscaldamento in casa durante i mesi invernali. Il 70% ha dichiarato che accenderà il riscaldamento solo quando necessario e l’11% di valutare la possibilità di chiedere un prestito per coprire gli elevati costi aggiuntivi. Per questi motivi migliaia di persone sono scese nelle piazze delle città a far sentire la propria voce.

Il movimento Don’t Pay Uk in particolare, ha manifestato con iniziative simboliche accendendo dei roghi di fuoco che stavano a significare il rialzo delle bollette e ha attuato un boicottaggio come strategia che si può attuare disdicendo l’addebito diretto e avviando una richiesta per ottenere un piano di rimborso. Una volta attuato il boicottaggio, il fornitore energetico deve avviare un’azione legale, ma lo scopo della campagna è quello di arrivare ad una partecipazione di almeno un milione di famiglie, così che la via giudiziaria diventi quasi impossibile da attuarsi. Dont’ Pay ha tre rivendicazioni principali: ristabilire il tetto massimo dell’energia ai livelli di aprile 2021; mettere fine all’obbligo di usare il metodo del prepagamento; far sì che nessuna persona sia costretta a soffrire il freddo durante l’inverno, garantendo a chiunque l’accesso all’energia. Per attuare questi presupposti però c’è bisogno di un piano di elettricità d’emergenza in base alle possibilità economiche, che deve essere finanziato tramite la tassazione di aziende che fanno uso di combustibili fossili.

In contemporanea Just stop Oil – altro movimento che ha partecipato alla mobilitazione – ha alimentato la disobbedienza civile per la giustizia climatica con lo slogan Occupy Westminster, che ha organizzato una manifestazione verso Westminster, a cui si sono aggiunti anche gli attivisti di Extinction Rebellion. Tra loro anche un membro del sindacato Unite che ha dichiarato a Socialist Worker: «La manifestazione e i discorsi di oggi sono stati sorprendenti. Dobbiamo usarli per rafforzare la nostra organizzazione sindacale». Nel frattempo in sciopero anche altri settori tra cui le ferrovie, le poste e il porto di Liverpool, con la polizia che ha scelto anche la strada della repressione, arrestando decine di manifestati.

[di Marina Lombardi]

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