Lo scorso settembre la multinazionale Mediterranean Shipping Company (MSC), colosso della logistica e delle crociere tra le più inquinanti in Europa, ha diffuso un comunicato stampa in cui si è detta pronta a tutelare i cetacei, riducendo quanto possibile gli impatti negativi delle navi cargo a Sud dello Sri Lanka. Una buona notizia come caso specifico ma il dubbio sorge guardando la MSC nella sua totalità, sapendo ad esempio come dal 2020 vanti il sesto posto tra i dieci maggiori emettitori europei di anidride carbonica (nel 2018 era invece collocata all’ottavo posto, quindi c’è stato un aumento delle emissioni negli ultimi anni). Che l’azienda stia rivendicando le proprie iniziative ambientali dimenticando però la reale tutela del Pianeta?
Intanto dalla seconda metà del 2022 le imbarcazioni in Sri Lanka avrebbero iniziato a modificare la propria rotta come suggerito da studi e ricerche di esperti e associazioni ambientaliste. Così recita il comunicato della stessa compagnia di trasporto container prima al mondo, per diffondere una decisione senza dubbio importante considerando quanto la zona di interesse sia culla di intere popolazioni di cetacei ma anche una delle più trafficate al mondo. La multinazionale si è dunque collocata come realtà attenta all’ambiente e pronta a porsi obiettivi di sostenibilità, con tanto di manovre già adottate nel rispetto del Pianeta. Il cambio rotta delle cargo in Sri Lanka, potrebbe addirittura «Ridurre il rischio di collisione per le balenottere azzurre fino al 95%», dicono nel comunicato.
Si è di fronte a un altro caso di ecologismo di facciata oppure la gigantesca compagnia potrebbe essere esempio di filantropa azienda moderna? Dopo avere deviato le rotte col nobile fine di proteggere i cetacei anche nelle acqua del Mediterraneo, appoggiando così le richieste di ambientalisti preoccupati per la tutela dei capodogli, la MSC ha voluto agire similmente in Sri Lanka per propria iniziativa sempre in rispetto di distinti obiettivi elencati nel rapporto di sostenibilità 2021 dell’azienda leader nei trasporti marittimi, come quello di azzerare le proprie emissioni entro il 2050. Certo non dev’essere facile riuscire a raggiungere tale scopo considerando che le navi cargo della multinazionale nella sola Europa e in un solo anno abbiano causato ingenti emissioni. Si parla di circa 10,8 milioni di tonnellate di CO2 nel solo 2020, come calcolato dalla rete di ONG europee Transport&Environment, che il principale attore dei trasporti marittimi, settore responsabile del 3% delle emissioni globali di gas climalteranti (Imo, International maritime organization) spera di abbassare fino a renderle pari a zero in meno di trent’anni.
Il come lo ha chiarito la stessa azienda nel rapporto già citato che risale al 2021. Innanzitutto, garantendo l’assenza di possibili compensazioni esterne delle emissioni di carbonio e poi rendendo operativa la prima nave cargo net zero dove quindi per ogni grammo di gas serra emesso verrà rimossa dall’atmosfera la stessa quantità, entro il 2030. Concretamente la MSC ha dato inizio a sperimentazioni, come quando nel marzo 2022 è stata introdotta la prima nave porta container alimentata a gas liquefatto, la Msc Washington. Peccato il gas liquefatto non sia tanto sostenibile, perché composto perlopiù da metano (circa il 90%) e causa più emissioni di gas serra delle stesse navi a diesel, precisano sempre da Transport&Environment.
Prima di nuovi tentativi alla fine dimostratosi non poi così amici dell’ambiente, non parrebbe mossa inutile occuparsi di limitare i danni delle navi già esistenti. Altro ramo del colosso dei trasporti è infatti quello delle crociere MSC, molto note ma di cui meno conosciuto è il reale impatto. MSC possiede 19 imbarcazioni da crociera particolarmente inquinanti, come ha dimostrato l’ONG Friends of the Earth nel report di marzo 2022 Cruise Ships Enviromental Impact. L’analisi pubblicata a marzo dall’organizzazione che ha voluto calcolare l’impatto ambientale delle imbarcazioni basandosi sul trattamento degli scarichi, la riduzione dell’inquinamento dell’aria, il rispetto delle norme della qualità dell’acqua e la trasparenza nelle comunicazioni, ha dato un punteggio medio basso alle navi da crociera firmate MSC e dopo l’attenta analisi generale e il minuzioso studio di ogni singolo mezzo, la conclusione di Friends of the Earth non si allinea alle auto definizioni ambientaliste del colosso dei trasporti marittimi. Anzi, «MSC Crociere ha ancora molta strada da fare per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale ed essere davvero un campione per l’ambiente» mentre si ingigantisce il paradosso della sostenibilità in un mondo globalizzato.
[di Francesca Naima]