Il 18 ottobre scorso, un gruppo di cittadini è entrato nella sede del Comune di Vicenza per chiedere al sindaco di convocare un consiglio straordinario e discutere con i vicentini la questione della linea ferroviaria ad alta velocità in costruzione nella città. Durante l’occupazione sono stati esposti degli striscioni, con una parte dei cittadini che ha deciso di incatenarsi per protesta alla ringhiera delle scale interne. Il tutto senza esercitare alcuna violenza. Nelle ultime ore, 17 di loro sono stati denunciati dalla Digos per occupazione abusiva di edificio pubblico, reato per il quale si rischiano 2 anni di carcere. Per i lavori della Tav decine di famiglie vicentine hanno già ricevuto la notifica di esproprio della propria abitazione, con un preavviso di appena 18 mesi.
Il Progetto Av/Ac Verona-Padova 2° lotto “Attraversamento di Vicenza” prevede il raddoppio dei binari sulla linea Milano-Venezia, inclusi i tratti che attraversano il centro abitato della cittadina veneta. Per la realizzazione del piano per l’alta velocità sono previste diverse demolizioni abitative, soprattutto nei quartieri di San Lazzaro, San Felice e Ferrovieri, tra i più popolosi di Vicenza. Interi condomini da abbattere, per un totale di circa 62.316 metri quadri di superficie, e decine di famiglie che dovranno abbandonare le proprie case dietro indennizzo. L’opera andrà a modificare 6,2 chilometri di tratto con annessi interventi all’intera viabilità nella parte ovest della città, fino alla stazione ferroviaria nel centro storico. Gli abitanti contrari alla Tav hanno accusato l’amministrazione di non aver considerato, oltre all’opinione dei cittadini, l’impatto ambientale dell’opera e le ripercussioni su coloro che vivono nell’area interessata. In questo contesto s’inserisce la protesta degli attivisti in sede comunale, costata a 17 di loro la denuncia dalla Digos per occupazione abusiva di edificio pubblico. Il reato delineato dall’articolo 633 del Codice Penale viene generalmente contestato a coloro che, mediante l’occupazione, intendono prendere possesso del bene invaso in maniera duratura, comportandosi da proprietari. Un’ipotesi lontana dall’intento degli attivisti.
[di Salvatore Toscano]