Il nuovo pacchetto di aiuti militari italiani all’Ucraina è in via di definizione: il contenuto, come per quelli precedenti, è secretato, ma alcune fonti governative hanno confermato all’agenzia Reuters che vi saranno sistemi di difesa aerea, dei quali il presidente ucraino Zelensky aveva fatto esplicita richiesta alla presidente del Consiglio. In particolare, il nuovo pacchetto conterrebbe il sistema missilistico SAMP/T, italo-francese, che permetterebbe di contrastare le minacce aeree e i missili balistici a corto raggio, e l’Aspide italiano, sistema d’arma missilistico terra-aria a corta portata, oltre ai missili portatili Stinger. Si tratta del sesto pacchetto di aiuti all’esercito di Kiev dall’inizio del conflitto in Ucraina, il primo da quando il nuovo governo è salito in carica.
I dettagli sulla natura (ma non sulla quantità) delle armi inviate sarebbero stati riferiti da un funzionario di governo all’agenzia Reuters. Si tratta, come anticipato a fine ottobre da fonti interne al governo, di sistemi in grado di «permettere agli ucraini di difendersi, non di attaccare in territorio russo». Tale precisazione non è tuttavia servita a placare i malumori interni alla maggioranza di governo: la strategia che la presidente Meloni e il ministro della Difesa Crosetto stanno mettendo a punto – volta a confermare la posizione atlantista del nuovo esecutivo e a fornire pieno appoggio all’esercito di Kiev – si scontra con le posizioni di Lega e Forza Italia, contrarie a votare esplicitamente a favore dell’invio di armi in Ucraina. Nonostante il decreto Ucraina voluto da Draghi abbia copertura temporale fino alla fine dell’anno, il cambio di governo e di esecutivo imporrebbe la necessità politica (più che materiale) di una risoluzione di maggioranza, ipotesi che il ministro della Difesa starebbe passando al vaglio.
[di Valeria Casolaro]
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