Lunedì sera, nella metropoli industriale di Guangzhou, centinaia di persone hanno infranto il lockdown – imposto il 5 novembre nel quartiere Haizhu della città – protestando contro le restrizioni disposte a causa della politica “Zero Covid” del regime cinese.
Secondo quanto riportato, la rabbia dei residenti si è trasformata in violenti scontri con le forze dell’ordine. Le immagini diventate virali sui social media, infatti, hanno ripreso centinaia di persone per le strade del quartiere Haizhu, abbattere le barriere di contenimento e rovesciare un’auto della polizia. Molte informazioni restano incerte: non è chiaro quante persone abbiano partecipato alla protesta, chi le abbia fatte iniziare, la durata delle manifestazioni e come si siano concluse. Martedì mattina, sulle piattaforme cinesi Weibo e WeChat, si parlava di un grosso intervento della polizia per reprimere le manifestazioni, ma poco dopo tutti i post che citavano la protesta sono stati censurati.
Ad Haizu, quartiere che da solo conta circa 1,8 milioni di residenti, vivono per la maggior parte lavoratori migranti che già da qualche giorno avevano iniziato a farsi sentire contro la politica “Zero Covid”. In particolare, coloro che si sono ritrovati a vivere in condizioni di povertà, lamentavano l’assenza di una retribuzione durante i lockdown, la carenza di cibo e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari.
Guangzhou non è l’unica città a risentire delle politiche “Zero Covid”. Quanto avvenuto lunedì sera, è la dimostrazione del malcontento tra i cittadini cinesi, stia crescendo sempre più. La strategia cinese, infatti, si basa su test di massa, quarantene infinite e confinamento di interi quartieri o città con lo scopo di eliminare la totale presenza del Covid-19 sul territorio cinese.
All’inizio dell’anno Shangai è rimasta bloccata per due mesi, e le condizioni di vita che i cittadini si sono trovati ad affrontare hanno provocato un sentimento molto diffuso di rabbia nei confronti del governo. Il malcontento è emerso anche da molti video, diventati virali sui social, che mostravano clienti, turisti e lavoratori in fuga da edifici di ogni tipo scappare prima di essere rinchiusi.
[di Iris Paganessi]
Protestare in così pochi è veramente impresa da eroi. Non oso pensare le successive purghe della polizia a chi sfortunatamente sarà stato individuato..