domenica 22 Dicembre 2024

Assange non è più solo: anche il Brasile chiede che sia liberato

Il neo eletto presidente brasiliano Lula – in seguito all’incontro con Kristinn Hrafnsson e Joseph Farrell (rispettivamente caporedattore ed editore di Wikileaks) che si trovano in Brasile per cercare sostegno alla campagna di liberazione di Julian Assange – ha fatto un appello alla comunità internazionale per chiedere la liberazione del fondatore di WikiLeaks.

«Sono stato informato della situazione sanitaria e della lotta per la libertà di Julian Assange.» Ha postato Lula sul proprio profilo Twitter con una foto dell’incontro. «Ho chiesto loro di inviare la mia solidarietà. Possa Assange essere liberato dalla sua ingiusta prigione

Julian Assange, giornalista e attivista australiano fondatore della piattaforma Wikileaks, è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti. Qui rischierebbe fino a 175 anni di carcere. Per Washington, infatti, i documenti pubblicati dalla testata avrebbero compromesso la sicurezza nazionale, mettendo in luce alcuni crimini di guerra che l’esercito americano avrebbe commesso in Iraq e Afghanistan.

Hrafnsson parlando con i media locali, ha dichiarato che le recenti vittorie dei partiti di sinistra in Sud America lo hanno spinto ad intraprendere un viaggio nel continente con Farrell, in cerca di supporto per la liberazione di Assange. Nei giorni scorsi i vertici di Wikileaks hanno incontrato anche il presidente colombiano, Gustavo Petro, che ha chiesto agli USA di terminare la persecuzione contro il giornalista australiano.

A questi fatti di grande importanza per la campagna di liberazione di Julian Assange, si è aggiunto ieri anche lo schieramento a favore del fondatore di Wikileaks delle cinque testate più importanti al mondo. New York Times, TheGuardian, Le Monde, Der Spiegel e El Pais hanno pubblicato una lettera aperta, chiedendo agli Stati Uniti di far cadere le accuse contro Assange in nome della libertà di stampa.

[di Iris Paganessi]

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2 Commenti

  1. Qualcosa si muove?
    Un riconoscimento infinito a quanti si sono adoperati per questa causa.
    In primis il nostro Matteo Gracis

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