La Commissione Giustizia del Senato ha approvato l’emendamento di Forza Italia che prevede la cancellazione dei reati contro la Pubblica amministrazione dall’elenco di quelli ostativi, cioè quelli per i quali non sono previsti i benefici penitenziari. Si tratta, nello specifico, dei reati di concussione, corruzione e peculato. La proposta è stata approvata dalla maggioranza e da Italia Viva di Matteo Renzi. A schierarsi contro sono stati il Partito democratico, il Movimento 5 Stelle e il gruppo misto. La modifica rappresenta la vittoria di una battaglia storica di Forza Italia, per la quale ha esultato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto che ha dichiarato come l’eliminazione dell’«inaccettabile parificazione dei reati contro la pubblica amministrazione con quelli di mafia ai fini del diritto ai benefici penitenziari», introdotta dalla legge Spazzacorrotti approvata dal governo Conte I, rappresenta «un segnale inequivoco di un nuovo corso di piena valorizzazione dei principi indicati nella Carta costituzionale».
Gli auspici del centro destra (e non solo) si sono realizzati a Palazzo Madama. La vittoria era nell’aria, come dimostrano le diverse dichiarazioni rilasciate la settimana scorsa. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha citato l’ex presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato per difendere la cancellazione dei reati contro la pubblica amministrazione da quelli ostativi. Il senatore di FI Pierantonio Zanettin ha dichiarato: «Il sottosegretario si conferma giurista raffinato e politico sensibile. Mi auguro che ora sia questa anche la posizione del ministro Nordio». Una stoccata per l’ex magistrato che, in tema Giustizia, ha idee abbastanza diverse da quelle rincorse dal nuovo esecutivo. Dal reato contro i rave all’ergastolo ostativo, passando per le intercettazioni: tutti provvedimenti che vanno contro quanto difeso da Carlo Nordio, di recente e in passato.
[di Salvatore Toscano]