venerdì 22 Novembre 2024

I droni europei sono al servizio degli aguzzini libici

Roma ha sempre mostrato una certa simpatia nei confronti dei controversi leader libici, una passione che sembra essere ormai condivisa dall’intera Unione Europea. Nel tentativo di subappaltare i controlli di confine, l’Agenzia europea che si occupa di vegliare sulle frontiere, Frontex, ha collaborato molteplici volte con le GACS, le cosiddette “guardie costiere” locali, tuttavia un nuovo report di Human Rights Watch rivela dettagli concreti sulla portata di questo sodalizio e lo fa tracciando i movimenti di velivoli e droni UE che vengono adoperati per intercettare, catturare e imprigionare i migranti che cercano di raggiungere l’Europa attraverso il Mar Mediterraneo. Un nuovo capitolo che mostra le strette relazioni tra Paesi europei, governo di Tripoli e quindi il sistema di potere e di milizie che lo tiene in sella, usando anche gli aiuti e i fondi continentali per perpetuare un sistema di violenze gravissime contro i migranti.

La corposa indagine illustra come le aziende private al soldo europeo mettano a disposizione mezzi e risorse utili a trasmettere a Frontex una mole di video e dati che viene poi usata per coordinare dalla sede di Varsavia le intercettazioni che dovrebbero servire a salvare le vite umane, ma che troppo spesso nascondono malamente storie di violenze, torture e abusi storicamente ben documentate. A lamentarsi dei comportamenti scorretti di Frontex non sono peraltro solamente le organizzazioni non governative, la stessa Agenzia antifrode europea aveva riconosciuto gli omologhi della frontiera come inadempienti, suscitando uno scandalo di tale portata da spingere il direttore Fabrice Leggeri a rassegnare inceriminosiamente le dimissioni.

Nonostante la gigantesca macchia nera sul proprio curriculum, Frontex continua a ricevere una quantità crescente di fondi: il suo budget è lievitato dai sei milioni di euro del 2005 ai 754 milioni del 2022. A seguito dei problemi evidenziati dagli stessi organi di vigilanza europei, l’Agenzia garantisce ora di essersi liberata delle mele marce, di essere pronta a soddisfare i requisiti che ci si aspetterebbe da un’istituzione UE. C’è da chiedersi come una simile buona volontà possa essere compatibile con le strategie applicate. L’Unione Europea sta adottando politiche sempre più incentrate sul bloccare i flussi migratori, più che sul soccorrere i migranti, quindi i dirigenti Frontex si ritrovano a siglare frequentemente dei patti faustiani con entità governative torbide quali quelle libiche, quelle turche o quelle balcaniche.

L’indagine dello Human Rights Watch fa un po’ di chiarezza su come questi rapporti prendano forma, riscontrando una correlazione moderata, ma significativa, tra la presenza dei velivoli gestiti da Frontex e l’attività delle motovedette libiche. Motovedette che, vale la pena ricordarlo, sono in parte state regalate dall’Italia. La ONG accusa Frontex di adottare la scelta deliberata di omettere di segnalare alle navi civili la presenza di imbarcazioni di migranti al fine di assicurare che le autorità libiche siano le prime a presentarsi e a “risolvere” la faccenda. Stando ai numeri, dal gennaio 2020 all’aprile 2022, l’Agenzia ha registrato nel Mediterraneo centrale 433 avvistamenti, tuttavia ha inviato solamente 21 segnalazioni di mayday.

Considerando che i centri di detenzione libici siano noti per violare con regolarità i diritti umani, ONG e attivisti di tutta Europa stanno concentrando i loro sforzi nel creare precedenti amministrativi che possano ricondurre la responsabilità di questi atteggiamenti alla volontà delle istituzioni UE, la quale, più o meno direttamente, sostiene e supporta Paesi che sono notoriamente molto lontani dai valori fondamentali dell’Unione Europea. Si tratta di una battaglia civile di portata epica, ma bisogna comunque riconoscere che finalmente si inizia a fare qualche passo avanti.

[di Walter Ferri]

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1 commento

  1. Mi domando perchè nei campi di concentramento libici dove si compiono violazione dei diritti umani, ricatti, stupri, omicidi, estorsioni di denaro ai migranti respinti o intrappolati non si possa inviare un contingente ONU per garantir la sicurezza dei reclusi e permettere a coloro che lo desiderano (avendo capito che la loro emigrazione verso l’Italia e l’Europa non sarà loro possibile o sarebbe molto rischiosa) di ritornare al loro Paese di origine da dove erano partiti per raggiungere l’Europa attraverso la Libia.
    Che cosa fa l’UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees: https://it.wikipedia.org/wiki/Alto_commissariato_delle_Nazioni_Unite_per_i_rifugiati) ?
    Che cosa fa l’Europa?

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