lunedì 4 Novembre 2024

L’Italia è quinta al mondo (e prima in Ue) per aspettativa di vita, nonostante tutto

L’Italia occupa il quinto posto nella classifica dei paesi aventi l’aspettativa di vita più alta al mondo ed il primo posto tra quelli dell’Unione europea esaminati: è quanto emerge da una ricerca effettuata dal network sanitario statunitense NiceRx, che ha analizzato diversi dati dei paesi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) tra cui appunto la longevità dei loro abitanti. In Italia, nello specifico, l’aspettativa di vita media risulta essere di 84,01 anni (81,90 anni per gli uomini ed 85,97 anni per le donne), ed a piazzarsi prima del nostro Paese sono solo Hong Kong (al primo posto con una media di 85,29 anni), il Giappone, la Svizzera e Singapore. Risultati di indubbia rilevanza, dunque, soprattutto se si considera che il Belpaese di certo non si distingue in maniera positiva per i dati relativi alla spesa sanitaria, nell’ambito dei quali gran parte dei paesi occidentali lo precedono.

All’interno della classifica relativa alla spesa media sanitaria, infatti, l’Italia occupa le ultime posizioni, con un esborso pari a 4.038 dollari pro capite. Un numero, quest’ultimo, grazie al quale precisamente il Belpaese si colloca al 20esimo posto in classifica, preceduto non solo da paesi quali l’Australia o il Giappone ma anche da diverse nazioni europee. Al 13esimo posto ad esempio troviamo la Francia con 5.468 dollari pro capite, mentre all’ottavo posto vi è l’Olanda con 6.190 dollari pro capite ed al quinto l’Austria con 6.693. Venendo invece al podio, al primo posto troviamo gli Stati Uniti con 12.318 dollari pro capite, mentre il secondo ed il terzo posto sono occupati rispettivamente dalla Germania e dalla Svizzera con 7.383 e 7.179 dollari pro capite.

Tuttavia, seppur l’Italia spenda poco rispetto a tanti altri paesi, se si guarda ai tempi di attesa ospedalieri il discorso cambia. Al primo posto della classifica dei paesi caratterizzati dai risultati peggiori troviamo la Norvegia, che si afferma come quello con i tempi di attesa sanitari più lunghi, seguita dall’Australia e dal Canada. Tra le altre cose, infatti, in Norvegia passano mediamente 132 giorni prima che i pazienti possano sottoporsi alla chirurgia della cataratta, mentre in Australia 84 ed in Canada 66. Tutt’altra storia in Italia, che grazie a tempi di attesa di gran lunga inferiori rispetto a quelli dei paesi appena citati si posiziona al 15esimo posto insieme alla Danimarca. Nel Belpaese, infatti, tra le altre cose sono 24 i giorni che i pazienti attendono mediamente prima di potersi sottoporre alla chirurgia della cataratta, mentre sono 42 quelli che passano prima che questi ultimi possano effettuare la protesi del ginocchio: un numero irrisorio se paragonato a quello della Norvegia, dove bisogna aspettare mediamente 152 giorni.

Insomma, probabilmente grazie anche all’impatto dei tempi di attesa relativamente brevi e nonostante la spesa nettamente minore rispetto alla maggior parte dei paesi occidentali, l’Italia riesce ad avere ottimi numeri dal punto di vista dell’aspettativa di vita. In tal senso però, oltre che nei servizi ospedalieri le ragioni della longevità degli italiani potrebbero risiedere anche in altri fattori, come ad esempio il consumo di alcool (al quale come è noto sono associate malattie e morti premature) che in Italia sembra essere contenuto rispetto agli altri paesi presi in considerazione nell’analisi di NiceRx. Stando ai dati del 2018 riportati sul sito web di statistica Our World In Data, infatti, in quell’anno nel nostro paese il consumo annuo di alcool puro pro capite era di 7,84 litri mentre, per rendere l’idea, in Germania era di 12,91 litri ed in Francia di 12,33 litri.

[di Raffaele De Luca]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

2 Commenti

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria