È stata ufficialmente richiesta l’iscrizione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid all’ufficio di presidenza della XII Commissione Affari Sociali della Camera. A riportarlo è il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, che ha poi aggiunto: «la calendarizzazione del disegno di legge avverrà la prossima settimana. Poi si passerà al Senato». L’obiettivo è di rendere operativa la Commissione «entro questa primavera per fare luce su cosa è accaduto tra il 2020 e il 2022». Luce accompagnata da diversi coni d’ombra. Il perimetro d’azione appare infatti circoscritto a questioni quali «l’assenza di un piano pandemico, i verbali secretati, la carenza dei dispositivi di protezione, la gestione delle mascherine e le cure domiciliari negate», come dichiarato da Bignami. Escluse, dunque, le indagini relative a obblighi e contratti vaccinali, agli effetti sociali e sanitari delle limitazioni e del green pass o alla scelta di monitorare gli eventi avversi esclusivamente attraverso la sorveglianza passiva.
Accoglienza dal doppio volto per la Commissione d’inchiesta sul Covid. Esulta il Terzo Polo, a cui probabilmente andrà la presidenza dell’organo. A settembre scorso, il co-leader Matteo Renzi aveva auspicato l’istituzione di una Commissione sulla gestione della pandemia, intorno alla quale «sono girati tanti soldi pubblici». A mettere le mani avanti è invece il Partito democratico. Secondo la deputata Ilaria Malavasi, ci sarebbe «la volontà politica di andare a colpevolizzare i governi precedenti, che hanno comunque gestito bene la pandemia». Preoccupati anche i virologi più esposti negli ultimi anni, che vedono nelle indagini il germe di un possibile “processo politico”.
Con i lavori dell’organo che dovrebbero iniziare nei prossimi mesi, Fratelli d’Italia mantiene – almeno in parte – una promessa fatta in campagna elettorale. Il partito guidato da Giorgia Meloni aveva infatti inserito all’interno del proprio programma “l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla gestione medica ed economica della pandemia da Covid-19 nonché sulle reazioni avverse da vaccino”. Per raccogliere informazioni su queste ultime, le autorità sanitarie italiane hanno puntato su un sistema di farmacovigilanza passiva, basato dunque sulle segnalazioni spontanee di coloro che assumono il farmaco. Da quanto si apprende, tale scelta non sarà oggetto di dibattito da parte della Commissione.
Il sistema di farmacovigilanza attiva, chiesto più volte da cittadini e associazioni, prevede invece un monitoraggio diretto e a intervalli precisi di tempo. Le persone che ricorrono al medicinale devono attenersi a una scaletta di appuntamenti e di controlli per verificare l’insorgenza di sintomi ed eventi avversi. Le visite possono giungere anche a 10 anni di distanza, per la valutazione degli effetti a lungo termine di uno specifico medicinale.
[di Salvatore Toscano]
NORIMBERGA
Quindi se ho capito bene, un pagliativo da dare al popolino per poter dire di “aver adempiuto alle promesse elettorali”?
Ehm, *palliativo