Nel capoluogo fiorentino è stato lanciato il referendum comunale sull’urbanistica “Salviamo Firenze”. L’obiettivo è di “tutelare la città dalla bolla immobiliare che, oramai da anni, sta distorcendo il mercato delle abitazioni”. Si pensi agli appartamenti di lusso, ristrutturati o nuovi, che hanno raggiunto in certe zone della città il picco di circa 10mila euro al metro quadro, con conseguente aumento dei prezzi nelle aree circostanti, escludendo di fatto molte persone dalla possibiità di poter vivere nelle zone centrali della città. A questo si aggiunge poi l’evoluzione degli studentati di lusso, che svolgono sempre più il ruolo di albergo grazie a una serie di condizioni favorevoli. A Piazza dei Ciompi sono state così raccolte le prime cento firme, necessarie per poter presentare al Comune il referendum e chiederne l’ammissibilità. In caso di esito positivo, i promotori avranno due mesi di tempo per raccogliere 10mila firme e arrivare al voto popolare.
Turistificazione e gentrificazione sono due dei fenomeni che caratterizzano le città contemporanee. Il grande potere d’acquisto dei fondi d’investimento e delle multinazionali, nonché sei “super ricchi” (aumentati durante la pandemia), ha trasformato Firenze in un asset su cui speculare. Destino condiviso con le altre città d’arte italiane, una su tutte Milano, dove il prezzo di una stanza singola costa in media 620 euro al mese. «I ricchi del mondo stanno comprando Firenze», ha affermato Massimo Torelli, di Firenze Città Aperta e tra i promotori dell’iniziativa, riprendendo il sottotitolo del referendum. Tale tendenza «ha come conseguenza la progressiva espulsione dalla residenza di lavoratrici, lavoratori, studenti, semplici cittadini che non riescono ad affrontare la crescita esponenziale dei costi delle case e degli affitti», ha poi aggiunto.
Il referendum comunale è composto da due quesiti: il primo riguarda la “cancellazione della possibilità di trasformazione della destinazione urbanistica da direzionale pubblico a privato per immobili con superficie superiore ai 2.000 mq”, mentre il secondo modifica in senso restrittivo la disciplina degli usi temporanei a fini ricettivo-turistici.
[di Salvatore Toscano]