Una signora di 67 anni della Bassa friulana, gravemente danneggiata dal vaccino Astrazeneca, ha ottenuto uno dei primi e rarissimi risarcimenti dallo Stato per eventi avversi da vaccino anti Covid, grazie all’avvocato di Udine, Gabriele Agrizzi. La signora Paola, infatti, sarà risarcita con 913 euro al mese che lo Stato le riconosce come «equa indennità» per la menomazione permanente dell’integrità psicofisica conseguente a una vaccinazione obbligatoria per i soggetti di età superiore ai 60 anni. Si tratta di una cifra irrisoria per le cure di cui ha bisogno, ma che riconosce il danno subito dall’inoculazione. Il caso in questione rappresenta per ora un’eccezione nel vasto panorama di eventi avversi che hanno colpito una fetta importante di persone che si sono sottoposte alla vaccinazione.
La signora Paola si era fatta inoculare il siero Astrazeneca nell’aprile 2021 e pochi giorni prima era uscita una circolare dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, in cui si raccomandava «un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni», in quanto la Commissione tecnica scientifica dell’Aifa segnalava, rispetto a una possibile associazione tra vaccino ed eventi trombotici, che «non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni». Eppure, dopo nove giorni dall’iniezione la signora è dovuta recarsi d’urgenza al pronto soccorso a causa di forti dolori alla parte sinistra del corpo e forti emicranie. La diagnosi è stata deficit di forze e crisi ipertensiva, ma successivamente le viene comunicato dal medico legale, Pio De Angelis, che aveva avuto un’ischemia cerebrale, una trombosi carotidea destra e trombosi arteriose diffuse indotte da vaccino.
Dopo la visita in pronto soccorso, infatti, la paziente non aveva registrato miglioramenti e si era fatta ricoverare, dunque, all’Istituto Gervasutta di Udine, specializzato nella cura di menomazioni neuromotorie. Anche questo tentativo di cura, tuttavia, è risultato vano, in quanto il suo corpo è rimasto completamente paralizzato nella parte sinistra. È così che, disperata e non più autosufficiente, la signora ha deciso di rivolgersi all’associazione di tutela dei diritti del malato di Udine, dove il dottor De Angelis ha formulato una diagnosi priva di possibilità di guarigione, scrivendo che si è trattato di una trombosi venosa in sedi atipiche con piastrinopenia, indotta da vaccino.
A questo punto è partita l’azione legale: l’avvocato Agrizzi, dopo aver letto la perizia, decide di muoversi subito, presentando la domanda d’indennizzo all’Azienda sanitaria Friuli centrale. Quest’ultima aveva poi mandato il fascicolo alla Commissione medica ospedaliera (Cmo) di Padova che ha accertato l’esistenza del nesso causale tra l’infermità e il vaccino, cosa che è stata notificata pochi giorni fa all’avvocato della signora, il quale ha affermato che non intende fermarsi: «voglio ottenere per la signora Paola un ulteriore indennizzo che può essere fino a sei volte la somma percepita dal danneggiato», ha affermato. L’avvocato intende avvalersi della legge 229 del 2005 che permette di istituire una commissione per la valutazione delle richieste di risarcimento del danno irreversibile in ogni sua forma: patrimoniale, esistenziale, morale e biologico.
«Alla mia assistita è stato riconosciuto l’inserimento nella fascia d’indennizzo più alta. Sappiamo bene che è una cifra irrilevante per le cure e l’assistenza di cui ha bisogno la signora, ma questa ammissione di danno da vaccino è già un successo», ha spiegato l’avvocato. Il caso di Paola è ancora più grave se si pensa che la vaccinazione è stata resa obbligatoria per gli “over 60” ed è uno dei primi a contribuire a scalfire quella narrazione per cui i vaccini sono al 100% sicuri ed efficaci per tutti indipendentemente dalla condizione di salute di partenza e dalla fascia d’età. Un piccolo risultato dal significato profondo che ha avuto però una bassissima diffusione mediatica proprio per non intaccare quella narrazione martellante sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini e per non favorire il cosiddetto – dai media – “mondo no vax”.
[di Giorgia Audiello]