Nel Regno Unito, decine di migliaia di lavoratori sanitari sono scesi in piazza per protestare contro l’inflazione che da mesi erode il potere d’acquisto dei consumatori. Le richieste, in linea con l’ondata di scioperi risalenti allo scorso dicembre, sono rivolte al governo e riguardano, nello specifico, aumenti salariali nonché politiche mirate al corretto funzionamento del National Health Service (Il servizio sanitario nazionale), menomato dalle politiche di austerità. La mobilitazione ha come obiettivo l’inversione di rotta da parte del ministero della Salute, che nei giorni scorsi ha escluso il riesame della retribuzione del personale sanitario, aprendo invece a «colloqui futuri ma soltanto a partire dal prossimo anno». Le associazioni sindacali hanno dunque organizzato scioperi e cortei per i prossimi giorni, che saranno all’insegna di un lavoro a singhiozzo da parte dei sanitari.
La settimana nel Regno Unito è iniziata con le braccia conserte degli infermieri del NHS e del personale delle ambulanze, che hanno deciso di sospendere contemporaneamente il proprio lavoro. L’intesa tra i lavoratori e l’esecutivo guidato da Rishi Sunak è ai minimi storici, con i sindacati che puntano il dito contro le decisioni del governo conservatore. Pat Cullen, segretario generale del sindacato infermieri RCN, si è rivolto al primo ministro britannico sostenendo l’inutilità di «maggiori fondi al NHS senza adeguati livelli di personale». Si tratta di «una falsa economia, che mette soldi in progetti e misure a breve termine invece di guardare effettivamente a un piano a lungo termine più strategico per il servizio sanitario», ha poi aggiunto.
The Guardian ha pubblicato il calendario degli scioperi in programma per il mese di febbraio: un’azione spesso congiunta tra i diversi settori del lavoro, dai trasporti alla salute passando per l’educazione. Continua dunque nel Regno Unito l’ondata di scioperi senza precedenti iniziata sul finire dello scorso anno con l’astensione dal lavoro del personale delle ferrovie, degli autobus e della metropolitana che ha bloccato la circolazione nel Paese. A esasperare la forza lavoro, che si è unita per ottenere una qualità della vita più elevata, è stato un mix di fattori comprendenti l’inflazione e la crisi energetica, nonché la Brexit e le rigide politiche di austerità messe in atto dal governo. Lo scorso dicembre, The Guardian ha riferito che, in media, la decrescita delle risorse a disposizione dei cittadini britannici si attesterà quest’anno al 3%, la contrazione maggiore dal 1977. Nonostante ciò, il governo conservatore sembra intenzionato a continuare sulla propria strada, quella delle politiche di austerità, inaugurata da Margaret Thatcher negli anni ’80.
[di Salvatore Toscano]