Nelle scorse ore si è realizzato il Global Carnival per Julian Assange, ovvero una serie di iniziative sparse per il mondo unite dallo stesso obiettivo: denunciare il silenzio delle istituzioni di fronte al destino del giornalista, in carcere da 11 anni e in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti. Il tutto per aver mostrato al mondo, tra le altre cose, i crimini commessi dall’esercito statunitense in Iraq e Afghanistan. «Vogliamo tornare al significato antico del Carnevale, quando si sbeffeggiavano i potenti e i loro soprusi con maschere, canti, balli, musica, carri allegorici e cartelli satirici», si legge sul sito di 24hassange, tra i sostenitori dell’iniziativa nata a Londra.
The movement to #FreeAssange went up another level today! It was amazing to have so many people in the same place fighting for #JusticeForAssange#NightCarnival4Assange pic.twitter.com/gL6qe4O6XZ
— Don't Extradite Assange – #FreeAssange (@DEAcampaign) February 11, 2023
Sono pochi i governi, tra cui figura quello del presidente brasiliano Lula, che hanno deciso di sollevare la questione Assange a Washington. All’indifferenza generale, comitati e attivisti hanno risposto attraverso centinaia di iniziative in giro per il mondo. A Canberra, i manifestanti si sono riuniti per denunciare le omissioni e le false promesse del governo australiano che, nonostante la cittadinanza nei confronti di Assange, non ha conseguito nessun risultato in ordine al suo rilascio. Circa 2mila persone, tra cui l’ex leader laburista Jeremy Corbyn, hanno invece animato le strade di Londra (dove attualmente è detenuto il giornalista), prima riunendosi al Lincoln’s Inn Fields e poi marciando verso Parliament Square. «Dobbiamo continuare a costruire fino a quando il movimento sarà così grande che coloro che sono al potere e i tribunali si renderanno conto che non c’è altra soluzione che liberare Julian», ha detto Stella Assange, presente a Londra.
Anche l’Italia ha risposto presente. A Napoli, dove di recente il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno con il quale si chiede al sindaco il conferimento della cittadinanza onoraria ad Assange, è andata in scena una parata di Carnevale, con musica della Banda Basaglia ed effigie di coloro che hanno perseguitato il fondatore di WikiLeaks: l’ex presidente statunitense Donald Trump, il suo ministro della Giustizia Mike Pompeo, e l’attuale inquilino della Casa Bianca Joe Biden. Per rievocare la persecuzione delle voci libere, prima della parata, gli attivisti hanno inscenato un “Processo a Pulcinella”. L’elemento teatrale ha animato anche l’iniziativa della capitale, dove i manifestanti, indossando una maschera di Assange, hanno consegnato una lettera di sollecito a una effigie del primo ministro australiano Antonio Albanese, mascherato da uomo invisibile.
[di Salvatore Toscano]