«Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri», affermava Voltaire. Alla luce degli eventi che negli ultimi anni hanno dato uno scossone all’opinione pubblica, mostrando il fenomeno delle violenze e torture negli istituti penitenziari, appare quantomeno lecito interrogarsi sullo stato di salute della civiltà italiana. A maggior ragione in un Paese che ha iniziato a perseguire il reato di tortura soltanto nel 2017, anno in cui la previsione è stata inserita all’interno dell’ordinamento giuridico italiano. Santa Maria Capua Vetere, Bari, Ivrea, sono solo a...
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Tutti coloro che detengono il potere, in un dato momento temporale, subiscono un’ alterazione neurologica che si può definire, in base agli studi di neurofisiologia, di tipo patologico. Ciò vale per la stragrande maggioranza delle guardie carcerarie ma in egual modo per la stragrande maggioranza delle persone a capo delle istituzioni. Ogni riferimento a fatti ( lock down, green pass) e persone (ministro della salute, presidente del consiglio, presidente della repubblica) è puramente casuale.
Anziché chiacchierare di Cospito e presunta nuova strategia della tensione nei tg e talk show sino alla nausea, programmi civili farebbero meglio a parlare della vita nelle carceri. Bisogna insegnare Beccaria nelle scuole.