domenica 24 Novembre 2024

Sassuolo: 4 agenti di polizia locale indagati per tortura

Quattro agenti della polizia locale risultano indagati per tortura dalla procura di Modena per aver malmenato un uomo in stato di semi-incoscienza ricoverato presso il pronto soccorso di Sassuolo per una crisi ipoglicemica. Gli agenti, secondo quanto riferito dal personale sanitario che ha assistito all’aggressione, sarebbero arrivati in ospedale senza che il loro intervento fosse stato richiesto da nessuno e avrebbero aggredito l’uomo per circa un’ora nel tentativo di estorcergli una confessione, in quanto convinti si trattasse di un soggetto appartenente alle realtà di spaccio locali. Tutti e quattro gli indagati al momento risultano, in misura differente, sospesi dal servizio.

A presentare denuncia formale contro i fatti, risalenti al 2021, è stato il Direttore Generale della struttura ospedaliera. La vittima dell’aggressione, un uomo di nazionalità marocchina, era stato trasportato in ospedale dopo essere stato avvistato in strada “in stato confusionale e a tratti assopito”, secondo quanto riportato in una nota della procura di Modena pubblicata dal quotidiano Sassuolo2000. Una volta ricoverato era stato accertato che vi fosse in corso una grave crisi ipoglicemica, per la quale in precedenza l’uomo era già stato ricoverato in quello stesso ospedale. Mentre il personale ospedaliero effettuava l’anamnesi e rilevava i parametri vitali, i quattro agenti hanno fatto ingresso nella struttura “senza che alcuno avesse richiesto il loro intervento” e hanno iniziato ad aggredire l’uomo “immobilizzandolo con forza alla barella sulla quale era stato collocato incastrandogli le braccia tra le sponde, percuotendolo ripetutamente sul petto ed al capo, uno di loro salendo con i piedi sul suo bacino mettendosi in posizione accovacciata, chiedendogli con insistenza se avesse assunto sostanze stupefacenti”. Il tutto sotto gli occhi del personale sanitario, che ha successivamente dettagliato quanto accaduto, riferendo come gli agenti avessero detto esplicitamente di essere convinti che “si trattasse di persona gravitante nell’ambiente dello spaccio di sostanze stupefacenti”.

In realtà la vittima, impiegato incensurato con regolare permesso di soggiorno residente da anni in Italia, non era mai stato nemmeno denunciato o foto-segnalato per questione relative allo spaccio. Tuttavia, non avendo ricordo dell’episodio in ragione dello stato di semi-incoscienza nel quale versava, non ha mai sporto denuncia.  La procura, grazie alla denuncia del Direttore Generale, sta ora indagando per il reato di tortura del quale all’art. 613 bis del Codice penale, il quale prevede la reclusione da 4 a 10 anni per chiunque agisca “con crudeltà” cagionando “acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico” a chi si trovi “in condizioni di minorata difesa”, con l’aggravante che i fatti sono stati portati a termine da pubblici ufficiali. Due di essi, inoltre, sono inoltre indagati per il reato di falsità ideologica in atto pubblico (art. 479 c.p.) per aver redatto una relazione di servizio contenente affermazioni false.

[di Valeria Casolaro]

 

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