A Trento, il giudice Marco Tamburrino ha assolto con formula piena Arturo Bruno e il papà Juan per aver tenuto aperto, a marzo 2021, il ristorante Mesa Verde nonostante le restrizioni governative. Tale disobbedienza nei confronti delle autorità, che inizialmente comportava una responsabilità penale, è stata depenalizzata con un decreto successivo. «Per questo motivo, il pubblico ministero non avrebbe nemmeno dovuto incriminarli», ha dichiarato l’avvocato Lorenzo Nannelli, legale di fiducia del movimento nazionale Io Apro, di cui Bruno era stato uno dei primi esponenti. L’udienza per la sorella di Arturo, Janina – la cui posizione era più delicata per aver materialmente strappato i sigilli dalla porta del ristorante – è stata invece rinviata a maggio.
L’ipotesi di reato per cui erano stati imputati i ristoratori Bruno è finita in precedenza al centro del dibattito della Corte di Cassazione che, in due diverse sentenze tra il 2021 e il 2022, ne ha ribadito la natura depenalizzata. Il caso di Trento rappresenta soltanto l’ultimo tassello del mosaico giudiziario che mette in discussione la gestione politica della pandemia da Covid-19. Nelle scorse settimane, Sofia Fioretta, giudice di Milano, ha emesso una sentenza relativa alle misure restrittive della libertà personale durante il periodo pandemico, che etichetta indirettamente come illegittimi i DPCM varati dal governo Conte prima e da quello Draghi dopo. Qualche mese prima, con la sentenza 842 del 2022, il Tribunale di Frosinone aveva bollato come illegittima “l’istituzione del DPCM durante la pandemia di Covid”.
[di Salvatore Toscano]
Baguetterie Mesa Verde Di Beber Enrico & C. Sas, chiuso definitivamente, recita Google Maps. Coincidenze?