In Romagna alcuni cittadini si sono organizzati un comitato per opporsi all’apertura del più grande allevamento intensivo di polli “biologici” Fileni in Italia, il quale sorgerà in Alta Valmarecchia, località Cavallara (provincia di Rimini). La costruzione, decisa senza comunicazioni ai residenti della zona se non quando il progetto era ormai ufficiale, è già stata avviata: si tratta di 16 capannoni lunghi fino a 120 metri, nei quali sarà ospitato circa mezzo milione di polli ogni anno. Il Comitato per la Valmarecchia ha deciso di mettere in campo una ferrea opposizione, esprimendo preoccupazione per l’impatto che un progetto simile potrebbe avere tanto sulla salute umana quanto su quella ambientale, oltre che sul benessere animale, che difficilmente può essere garantito all’interno degli allevamenti intensivi.
Lo stabilimento Fileni sorgerà nel luogo dove già negli anni ’70 era stato costruito un allevamento intensivo, poi chiuso nel 2009, costituito da 13 capannoni quasi tutti crollati nel 2012. L’attuale progetto prevede un investimento da milioni di euro per la produzione annuale di circa 2000 tonnellate di carne avicola (il 10% dei polli biologici venduti ogni anno in Italia) per soli tre nuovi posti di lavoro. Il guadagno quindi sarà tutto e solamente per l’azienda, per mezzo di modelli insostenibili e a scapito di un territorio che dovrà farsi carico degli odori disagianti, dell’inquinamento acustico, dell’aria e dell’acqua, oltre che dell’emissione di gas climalteranti come l’ammoniaca e il metano, più dannoso della CO2. Secondo quanto riferito dal Comitato, verranno emessi in atmosfera oltre 10 mila chili di ammoniaca e oltre 4 mila chili di metano.
I cittadini sono intenzionati a fermare il progetto ricordando anche come questo possa causare un inaridimento umano, perché è molto probabile la chiusura della comunità terapeutica di Maiolo gestita dall’associazione Papa Giovanni XXIII, la quale si occupa di persone con dipendenze patologiche e sorge in un’area adiacente ai capannoni. Ad essere messo a serio rischio è anche il turismo della Valmarecchia, ricca di bellezze storiche e paesaggistiche.
Per raccogliere adesioni alla propria causa, il Comitato ha pubblicato una petizione sul sito change.org lo scorso 19 febbraio, la quale in meno di 24 ore ha raccolto più di 3mila firme. Nella petizione, il Comitato sottolinea come l’area sarebbe dovuta essere ben più tutelata perché la norma del piano regolatore generale del Comune di Maiolo che risale al 2007, sanciva la fine dell’allevamento intensivo in quanto non consentiva la demolizione e ricostruzione dei capannoni bensì la sola manutenzione ordinaria. Però a maggio 2021 la Regione, attraverso il Servizio Giuridico del Territorio, ha espresso un parere che stabilisce una presunta continuità aziendale tra il nuovo progetto Fileni e le precedenti gestioni degli edifici adibiti ad allevamento intensivo costruiti in località Cavallara, che avrebbe letteralmente aggirato la suddetta norma.
[di Francesca Naima]
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