giovedì 21 Novembre 2024

La provincia di Trento ha condannato a morte un orso

Un orso maschio di 18 anni, nato nel 2005 da due esemplari sloveni (Maja e Joze), già classificato nei database della provincia autonoma di Trento e denominato MJ5, rischia di essere abbattuto per aver aggredito domenica 5 marzo il trentanovenne Alessandro Cicolini, fratello del Sindaco di Rabbi (provincia di Trento).

L’uomo, colpito alle spalle e ferito a un braccio e sulla testa mentre percorreva un sentiero a 1.800 metri di quota con il proprio cane, in un bosco sul monte di Pracorno, è stato ricoverato all’ospedale di Cles e dimesso dopo tre giorni. Nonostante si tratti di un orso che non ha mai dato problemi di questo tipo prima d’ora – e che vive da tanti anni in Trentino – la provincia di Trento procederà alla cattura e poi all’abbattimento, a meno che l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) non esprima parere contrario.

Secondo il WWF, proprio in virtù del fatto che l’animale non si è mai reso protagonista fino ad oggi di episodi di interazione con persone, è necessaria la massima attenzione nella gestione del caso, del quale ancora non si conoscono molti dettagli nella dinamica dell’aggressione (non è ancora noto, per esempio, se il cane fosse slegato o al guinzaglio). Una precisione d’indagine che ci si aspetta che ISPRA, in base alle sue stesse direttive del 2021 sulla gestione degli orsi problematici – quelli cioè che non hanno manifestato comportamenti simili in precedenza –  metta in campo nella sua valutazione.

Infatti, prima di considerare l’ipotesi di abbattimento o rimozione, il WWF spiega che vanno analizzate con cautela le dinamiche che hanno portato all’attacco, compreso il comportamento della persona coinvolta. Invece la provincia autonoma di Trento “continua a considerare l’orso come una specie naturalmente pericolosa, pretendendo una gestione completamente autonoma e non ritenendo il parere di Ispra vincolante in alcun modo”, si legge in un comunicato dell’Organizzazione.

Come già ribadito dal Consiglio di Stato, che nel 2022 ha bocciato le linee guida provinciali che prevedevano una gestione territoriale di orsi e lupi e l’automatismo tra i danni causati o l’aggressione compiuta da un orso e l’abbattimento dell’animale, il ricorso agli abbattimenti dovrebbe essere sempre l’ultima soluzione, da applicare cioè quando la pericolosità dell’animale è conclamata e non esistono altre soluzioni valide.

Questo soprattutto perché, negli anni, si è fatta molta fatica a reintrodurre gli orsi fra i monti italiani. Quando alle porte degli anni 2000 l’orso bruno era quasi completamente scomparso dalle Alpi, UE e Italia si impegnarono insieme in un progetto di re-introduzione dell’animale nel Parco Naturale Adamello Brenta, in collaborazione con Provincia Autonoma di Trento e ISPRA. Il reintegro degli esemplari, importati dalla vicina Slovenia e appartenenti alla stessa specie italiana, fu accompagnato dalla stipula del Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali pensato per la gestione e salvaguardia dell’Orso bruno nelle zone interessate – e che prevede anche il radiocollaraggio, senza arrivare alla soppressione – anche in relazione alla sua coesistenza con gli esseri umani. “La convivenza con questi animali passa soprattutto per l’adozione di un adeguato comportamento da parte nostra, e volto ad evitare un incontro”, specifica il WWF.

A tal proposito, è bene infatti tenere a mente che comunque la presenza di una popolazione di orsi implica che il “rischio zero” non esiste. Perciò, prima di mettersi in cammino, è fondamentale informare ed essere informati di quale sia il comportamento idoneo da adottare, creando le condizioni per farsi sentire dagli animali ed evitando l’incontro. Una prudenza che, oltre a metterci in sicurezza, salva pure la vita stessa degli orsi.

Quello – eventuale – di MJ5, infatti, non sarebbe l’unico caso di abbattimento degli ultimi anni. È nota alle cronache la vicenda di KJ2, un’orsa uccisa nel 2017 dagli agenti del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento per aver aggredito un settantenne che passeggiava in un bosco, in zona laghi di Lamar, con il suo cane. Sarebbe stata proprio la reazione del cane alla vista dell’orsa a scatenare l’ira di KJ2. Ma il dubbio sulla dinamica dell’incidente non è bastato a salvarle la vita.

[di Gloria Ferrari]

L'Indipendente non riceve alcun contributo pubblico né ospita alcuna pubblicità, quindi si sostiene esclusivamente grazie agli abbonati e alle donazioni dei lettori. Non abbiamo né vogliamo avere alcun legame con grandi aziende, multinazionali e partiti politici. E sarà sempre così perché questa è l’unica possibilità, secondo noi, per fare giornalismo libero e imparziale. Un’informazione – finalmente – senza padroni.

Ti è piaciuto questo articolo? Pensi sia importante che notizie e informazioni come queste vengano pubblicate e lette da sempre più persone? Sostieni il nostro lavoro con una donazione. Grazie.

Articoli correlati

5 Commenti

  1. I soldi del progetto di ripopolamento degli orsi erano stanziati dalla comunità europea e non potevano essere utilizzati diversamente.
    Il Trentino ha accettato quei soldi con tutto quello che comportava, nessuna introduzione indiscriminata. Ora che non sa, o non vuole, gestire la situazione grida che gli orsi sono un pericolo e li vuole abbattere vergognosamente.
    In tutto il mondo gli orsi e gli animali selvatici vengono protetti e non danno tutti questi problemi che accadono in un fazzoletto di terra come il Trentino. Chiediamoci il perché.

    • Hai ragione sul progetto Life Ursus, il Trentino ha accettato soldi europei che altri non hanno voluto, e ora si trova in difficoltà a gestire l’incremento dei grandi carnivori su un fazzoletto di terra come dici tu.
      Ma rimane il fatto che nessuno grida che tutti gli orsi sono pericolosi ma che esiste un problema e va affrontato rendendo innocui i pochi esemplari che hanno creato problemi. Prova a parlare con gli allevatori di montagna se vuoi approfondire: sono persone che mantengono viva la montagna e vedono i loro animali continuamente in pericolo.
      Poi spiegami come fai ad affermare che in tutto il mondo orsi e altri animali sono protetti e non danno tutti questi problemi.
      Perché gli orsi trentini non li trovi nei paesi confinanti ? Chiediamoci il perché, forse che li fanno sparire senza dirlo….. boh…
      Io sono Trentino e amo gli animali, ma tutti gli animali, non solo i grandi carnivori.
      Non si tratta di sterminarli ma di risolvere il problema di quelli problematici.

  2. Il problema è sempre a monte. In Trentino ormai orsi e lupi sono troppi per un territorio così antropizzato e non si doveva reintrodurli in modo indiscriminatio, tra l’altro spendendo soldi pubblici che potevano magari essere utilizzati meglio. Qualcuno mi deve spiegare perché si possono uccidere centinaia di ungulati o altre specie animali, che di fatto non creano problemi, e invece l’orso e il lupo sono considerati come le vacche sacre…..

    • Senza entrare in troppi dettagli, la popolazione di ungulati deve essere tenuta sotto controllo per mezzo della caccia proprio perchè i predatori naturali (vedi i lupi ad esempio) sono troppo pochi. lo stesso vale per il problema dei cinghiali laziali.
      Ci sono, poi, anche altre sfumature da prendere in considerazione ma, come sempre, pretendiamo di ridurre ogni questione ai minimi termini e alla fine il risultato è sempre pessimo. Dovremmo farci da parte e lasciar fare alla natura.
      L’abbattimento di quest’orso è una vergogna.

Iscriviti a The Week
la nostra newsletter settimanale gratuita

Guarda una versione di "The Week" prima di iscriverti e valuta se può interessarti ricevere settimanalmente la nostra newsletter

Ultimi

Articoli nella stessa categoria