Un esempio eclatante di come l’essere umano possa devastare la natura e altri esseri viventi arriva dalla Thailandia dove, nonostante gli elefanti siano animali di fondamentale importanza per la biodiversità oltre che per la cultura e la storia del Paese, essi vengono letteralmente sfruttati duramente per il diletto dei turisti, i quali vengono trasportati sulla schiena degli animali causandone la deformazione e, di conseguenza, forti sofferenze. Si tratta di un’attrazione di grande successo, ma che rappresenta una vera e propria tortura per gli animali: a dimostrarlo sono le immagini delle schiene completamente deformate di alcuni esemplari. Con il fine di salvare i mammiferi la Wildlife Friends Foundation Thailand (WFFT) ha creato un rifugio dedicato, con l’obiettivo di insegnare ai turisti come curare gli animali e creare con loro un rapporto, senza provocare inutili sofferenze.
Gli elefanti rappresentano l’animale nazionale della Thailandia, al punto che dal 1998 vi è dedica una giornata celebrativa – il National Thai Elephant Day o Chang Thai Day, che si festeggia il 13 marzo. Eppure mammiferi tanto importanti per la storia thailandese sono diminuiti a dismisura nel corso degli anni, tra il bracconaggio e l’intervento invasivo dell’uomo che ha danneggiato il loro habitat naturale. Stando ai dati della WFFT, poco più di trenta anni fa si contavano 100.000 elefanti nel Paese, mentre ora gli esemplari selvatici sono circa 2.000. I pachidermi in cattività sono ben più numerosi: se ne contano dai 3.000 ai 4.000, spesso catturati illegalmente e poi messi a servizio del settore turistico.
Gli elefanti vengono addestrati con violenza e sfruttati senza limite alcuno al fine di portare quanti più turisti possibili in giro per il Paese. A causa del continuo peso sostenuto, innaturale per la loro specie, la schiena degli elefanti risulta deformata. Alcuni esemplari sono costretti a portare per ore fino a sei turisti contemporaneamente e, quando viene tolto il classico sedile in cui i viaggiatori si accomodano (chiamato howdah), le conseguenze sono evidenti: i dorsi degli animali, invece che arrotondati, sono letteralmente piegati in due. Danni fisici permanenti spesso sottovalutati, per via della forza che nell’immaginario comune viene attribuita a questi animali in ragione della loro stazza.
Nel Rifugio degli Elefanti WFFT, il primo santuario di questo genere mai realizzato in Asia, i mammiferi vengono salvati dallo sfruttamento legato all’impiego in ambito turistico o nel settore del disboscamento. La WFFT dà possibilità ai turisti di visitare il santuario e creare un rapporto pacifico e rispettoso con gli animali, i quali vivono finalmente in libertà. Rimane però la battaglia più difficile per i volontari del WFFT e gli animalisti in generale, attivi da anni ma troppo di rado ascoltati dalle autorità competenti: non esistono ancora leggi che vietino di maltrattare gli elefanti e finché così sarà, anche garantirne il totale benessere risulterà impossibile.
[di Francesca Naima]