Domenica sera, scortata da numerose unità della Marina Militare, la nave rigassificatrice Golar Tundra è arrivata nel porto di Piombino, dove rimarrà attraccata per i prossimi tre anni. Acquistata da SNAM a Singapore, la nave permetterà all’Italia di produrre cinque miliardi di metri cubi di gas all’anno i quali, insieme alla quantità di metano rigassificata a Ravenna, permetteranno di colmare il gap rispetto all’importazione di gas russo, ha riferito il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Non solo: in questo modo, riferisce Urso, l’Italia potrebbe dal prossimo anno divenire sempre più esportatrice di gas «verso l’Europa centrale», incrinando quella narrativa secondo la quale l’installazione del rigassificatore nella città toscana sarebbe stata necessaria per far fronte all’emergenza energetica dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina. La nave, tuttavia, non sarà operativa prima di maggio o giugno, quando termineranno le operazioni di allaccio alla banchina.
Ad accogliere la Golar Tundra non vi erano né comitati ufficiali né personalità politiche, ma solamente il presidente della Regione e commissario tecnico del governo Eugenio Giani, il quale ha sottolineato come la presenza del rigassificatore nel porto di Piombino porterà solo benefici all’Italia. La nave, partita dal porto di Singapore, ha attraccato a Piombino dopo 19 giorni di navigazione, scortata da unità navali e aeree dell’operazione Mediterraneo Sicuro della Marina Militare. Misure eccezionali di sicurezza sono state adottate anche all’interno della città di Piombino, con il dispiegamento di numerose unità tra carabinieri, polizia, guardia di finanza, guardia costiera, vigili del fuoco e polizia municipale. Il timore era di infiltrazioni da parte di gruppi violenti tra le eventuali iniziative di protesta. Proprio per evitare la strumentalizzazione delle proteste in caso di incidenti, i comitati hanno deciso per la serata di ieri di non mettere in atto alcuna iniziativa.
«L’Italia deve dire grazie a Piombino e alla Toscana. Dobbiamo renderci autosufficienti dalla Russia per il gas e questa opera contribuirà in modo determinante con 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno» ha dichiarato Giani, dimenticando forse per un momento che la città di Piombino da quasi un anno pone una strenua opposizione all’installazione della nave. Ora, dichiara Giani, potranno essere avviate le compensazioni (sconti sul gas, bonifiche del territorio e iniziative di altro genere, «cambiali scadute e riavvallate» per i cittadini). «C’è poco da festeggiare» ha dichiarato il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, anch’egli del fronte del no al rigassificatore, «La Golar Tundra non ha autorizzazioni, mancano documenti importanti sulla sicurezza e dunque non può operare. Noi continueremo la nostra battaglia, noi non ci arrendiamo». Il documento, come peraltro confermato dalla stessa SNAM, risponde infatti solamente a 21 delle 29 prescrizioni ricevute in fase istruttoria dal Comitato tecnico regionale.
Nel frattempo, l’arrivo della nave non ferma le proteste. L’ultima iniziativa ha avuto luogo a Piombino lo scorso sabato 11 marzo, quando migliaia di persone sono scese in piazza. Le proteste hanno come oggetto i timori per l’impatto sulla sicurezza dei cittadini (le cui abitazioni sorgono a distanza molto ravvicinata dal porto), sul turismo e sull’ambiente, in una zona già martoriata da anni di attività dell’ex acciaieria Lucchini (ora JSW Steel). “Novecento ettari di quella che era una delle acciaierie più grandi d’Italia, sono stati consegnati in mano ad una multinazionale che non ha rispettato gli accordi, sottoscritti anche dalle istituzioni, che prevedevano la riconversione degli impianti con forni elettrici. La stessa multinazionale tiene in ostaggio quelle aree che rischiano, senza una prospettiva con le annunciate bonifiche, di diventare l’alibi per installare ancora altri impianti inquinanti o nuove discariche” scrive l’Unione sindacale di base, nel denunciare anche la grave crisi occupazionale della città. Al centro dell’opposizione cittadina vi è poi la critica alle politiche governative che insistono con gli investimenti nelle fonti fossili a scapito di quelle rinnovabili, meno impattanti, riproponendo modelli dannosi per l’ambiente e per la salute.
[di Valeria Casolaro]
Il linea di principio non sono contrario al rigassificatore, è una scelta politica di conseguenza ad altre scelte politiche come sostenere guerra e sanzioni alla Russia.
Pensassero a riallacciare i rapporti commerciali per l’acquisto del gas dalla Fed. Russa anziché impattare nell’ambiente e nelle tasche degli italiani in questo modo! Politica di interesse nazionale inesistente.
A chi ci governa non importa nulla degli italiani, loro sono una casta che risponde ad interessi sovranazionali e al proprio vantaggio.
Vorrei dire all’articolista che il problema vero non è la sostenibilità ambientale, concetto abusato, ma il fatto che il governo di un paese che si dichiara democratico deve seguire la volontà dei cittadini, anche se va contro il loro volere. Utopia……