Gli esponenti del Partito democratico (Pd) alla Camera, martedì si sono astenuti su una mozione proposta dal M5S – avente come primo firmatario il capogruppo Francesco Silvestri – che al punto 3 prevedeva che il governo si impegnasse a vietare «a rappresentanti delle istituzioni governative, parlamentari e territoriali» di accettare «contributi, prestazioni e controprestazioni o altre forme di sostegno erogati direttamente e/o indirettamente da governi, enti pubblici di Stati esteri o persone giuridiche con sede in uno Stato estero, non assoggettate a obblighi fiscali in Italia». La proposta arriva anche in seguito allo scandalo del Qatargate, dove diversi europarlamentari italiani hanno ricevuto tangenti da Stati esteri, e l’astensione del Pd, insieme a quella di Italia Viva (IV) e Azione, fa pensare che i deputati abbiano voluto in qualche modo salvaguardare, tra gli altri, anche Matteo Renzi che negli scorsi anni ha incassato 1,1 milioni di euro «per prestazioni fornite in qualità di consulente all’Arabia Saudita». I contenuti della mozione proposta dal M5S, infatti, dovevano valere «nel corso del mandato e anche in un periodo successivo alla sua cessazione», con il dichiarato obiettivo di «tutelare l’indipendenza da influenze straniere» di eletti e membri di governo. Un regolamento che avrebbe incluso in pieno anche la vicenda di Renzi.
Nemmeno il maggior partito di governo, Fratelli d’Italia, ha approvato la mozione del M5S, ma a suscitare maggiore scalpore è stata l’astensione di IV dopo che il suo leader, Carlo Calenda, aveva dichiarato di essere pronto a «votare una norma che vieti collaborazioni retribuite con Stati stranieri». Il che ha suscitato la reazione piccata del leader del Movimento, Giuseppe Conte: «Dopo i gravissimi casi di corruzione collegati al Qatargate, stupisce che, tranne AVS, tutti gli altri partiti abbiano votato contro o si siano astenuti sulla nostra mozione. Compreso chi si era detto pronto a votarla anche subito e chi si professa patriota in politica», ha dichiarato. La mozione in questione è stata comunque approvata in parte, grazie al voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), ma non è passato il punto 3. La medesima norma, tuttavia, è presente in maniera quasi identica nella mozione di AVS che il PD ha invece votato. La differenza risiede nel fatto che nel testo presentato dal M5S – a differenza di quello di AVS – si facevano esplicitamente i nomi e cognomi dei politici coinvolti nello scandalo di corruzione al Parlamento europeo e degli ex eletti finora coinvolti, tra cui l’ex dem Antonio Panzeri (poi passato in Articolo 1) e il tuttora deputato europeo del Pd Andrea Cozzolino.
Alla fine, la Camera ha dato il via libera alla mozione di maggioranza concernente iniziative di competenza in relazione alla vicenda del Qatargate, la quale – similmente a quella dei 5S – riporta l’elenco delle persone toccate dall’inchiesta. In particolare, il testo impegna l’esecutivo «nelle competenti sedi europee a sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione e una necessaria regolamentazione delle attività di lobby», «ad agire, nelle sedi opportune e se del caso secondo le procedure previste dalla giurisdizione belga, al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere, per la salvaguardia e tutela dell’immagine dell’Italia nel contesto internazionale» e «ad aggiornare il Parlamento in merito agli sviluppi della vicenda di cui in premessa». La vicenda evidenzia la spaccatura tra Pd e M5S, anche dopo la recente elezione della neosegretaria del partito Elly Shlein, e mette in risalto come la questione abbia preso una piega prettamente politica dando priorità agli interessi d’immagine del partito piuttosto che alla trasparenza e alla buona condotta degli affari istituzionali e dei politici italiani all’estero per la tutela dell’interesse nazionale. In ogni caso, anche con la mozione unitaria del centrodestra, il Parlamento ha “salvato” Renzi dal dovere di fornire spiegazioni dettagliate sulle sue consulenze milionarie all’Arabia Saudita.
[di Giorgia Audiello]
Grazie alle consulenze di Renzi l’Arabia Saudita ha chiuso i rubinetti a tutta Europa.
Renzi non mi sta particolarmente simpatico ma non vedo cosa c’entri una prestazione regolarmente pagata da uno Stato estero e su cui il percettore paga le tasse con le mazzette prese sottobanco dai deputati (infatti sappiamo che le hanno prese solo perchè sono stati scoperti). Non si può presumere che Renzi abbia fatto qualcosa contro l’interesse nazionale solo perchè lo ha pagato uno Stato Estero. Negli Stati democratici vi è la presunzione di innocenza, la presunzione di colpevolezza è tipica delle dittature e degli Stati totalitari!!