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Spray, uccisioni mirate e deportazioni: in arrivo le misure contro il “pericolo orsi”

La morte di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso in Trentino da un orso, ha riaperto il dibattito pubblico sulla convivenza tra uomo e mondo animale. Il presidente leghista della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha disposto [1] l’abbattimento di JJ4, l’orso che ha ucciso Papi, e di altri esemplari “problematici” del Trentino. «Non mi preoccupa il benessere degli animali e come verranno catturati. E non mi preoccupa neanche se i nostri organi dovessero sbagliare animale nelle azioni che fanno per identificare il soggetto», ha dichiarato Fugatti in conferenza stampa. Da Roma, invece, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin (Forza Italia) ha «raccomandato prudenza» e «massima collaborazione con i nostri scienziati dell’ISPRA» prima di decidere sugli abbattimenti degli orsi. Per i circa cento esemplari del Trentino, Fratin avrebbe preparato un piano da presentare in Consiglio dei ministri consistente nel trasferimento della metà della popolazione nelle altre regioni dell’arco alpino e all’estero, dall’Austria alla Slovenia.

Come molti esperti hanno ricordato, gli orsi difficilmente attaccano l’uomo, a meno che non siano spaventati da qualcosa, come potrebbe accadere se si sorprendesse una madre con la propria cucciolata al seguito. Sull’abbattimento degli orsi ritenuti “problematici” si è già espresso positivamente l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), fatta eccezione per l’orsa JJ4, poiché quando nel 2020 aggredì padre e figlio sul Monte Peller aveva con sé i propri cuccioli. Alla luce dei risultati rivelati dalla Procura di Trento è atteso un nuovo parere, comunque non vincolante, dell’Istituto in merito all’abbattimento di JJ4. Il ministro Fratin ha confermato che la decisione finale spetterà alla Provincia una volta sentito l’ISPRA. A marzo 2022 il Consiglio di Stato aveva invece bocciato [2] l’attribuzione al presidente della Provincia la competenza ad autorizzare il prelievo, la cattura e l’uccisione degli orsi considerati problematici. Adesso «non è una valutazione di tipo ambientale, perché i soggetti hanno un’alta pericolosità e quindi il testo unico Pubblica sicurezza prevede questi percorsi», ha detto Pichetto Fratin. Non si arrestano, però, le critiche contro l’ipotesi abbattimento. «Non paghino gli orsi per quanto non è stato fatto in termini di prevenzione e di tutela», ha dichiarato l’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’ambiente. L’Organizzazione internazionale per la protezione degli animali (OIPA) ha invece sottolineato come la decisione di  Fugatti sia sostanzialmente una dichiarazione di guerra “agli orsi che fanno gli orsi”.

Il capo della Protezione civile di Trento, Raffaele De Col, ha proposto al ministro Fratin di dotare di spray al peperoncino almeno le forze dell’ordine impegnate nei boschi, prendendo
esempio da Yellowstone, il grande parco degli Stati Uniti, dove lo spray contro le aggressioni degli orsi viene fornito anche ai visitatori all’ingresso. Per formalizzare le scelte di Palazzo Chigi è stato istituito un tavolo di lavoro, a cui farà seguito con ogni probabilità l’adozione di un decreto-legge in Consiglio dei ministri.

[di Salvatore Toscano]