Il presidente francese Emmanuel Macron ha promulgato la legge che riforma il sistema pensionistico del Paese, innalzando l’età pensionabile da 62 a 64 anni. La firma è avvenuta nel cuore della notte, al culmine di una giornata di mobilitazione popolare in decine di città francesi. Si tratta di una scelta non casuale, che rivela l’obiettivo di far passare il più possibile in sordina la promulgazione della legge. Un tentativo vano, che non fa altro che rendere ancor più evidente la fragilità politica del presidente, contestato da mesi nelle piazze. Ieri, a Rennes i manifestanti hanno incendiato la parte esterna del commissariato di polizia, mentre a Parigi si sono registrati diversi scontri con le forze dell’ordine, per un totale di 112 fermi. I sindacati hanno dichiarato: «l’unico modo per placare l’ira era non promulgare la legge», invitando dunque la popolazione a prendere parte allo sciopero nazionale in programma il primo maggio.
Ieri sera, il Consiglio costituzionale francese ha approvato la quasi totalità del testo della riforma e, allo stesso tempo, ha bocciato una prima richiesta di referendum popolare, spianando dunque la strada all’approvazione definitiva della legge. I nove giudici hanno rigettato la richiesta avanzata da 250 parlamentari di opposizione, decidendo di limitare la discussione della norma esclusivamente in Aula. Nei giorni scorsi, l’Eliseo aveva annunciato che la promulgazione sarebbe avvenuta «entro 48 ore dalla sentenza» della Consulta: un obiettivo raggiunto con largo anticipo nella notte, nonostante la legge fornisca al presidente 15 giorni di tempo per apporre la propria firma. Subito dopo la decisione della Corte, la capitale parigina si è trasformata in teatro di scontri con le forze dell’ordine, prima nella piazza dell’Hotel de Ville, dove circa 4.000 manifestanti si erano radunati per protestare, poi sulla rue de Rivoli, fino a place de la République. Intorno alle 21, gli scontri e le cariche della polizia si sono intensificati in molti quartieri della capitale. A Marsiglia, invece, i manifestanti sono scesi sui binari nella stazione di Saint-Charles, dove la circolazione dei treni è stata sospesa. Raduni e proteste spontanee sono state organizzate anche a Lille, Digione, Caen, Nizza, Tolosa e Lione.
[di Salvatore Toscano]
Credo che anche i francesi possano stracciare la loro costituzione e l’inno nazionale. Ormai la restaurazione si è nuovamente compiuta. In tutto l’Occidente. Ci lasciano votare per divertirsi alle nostre spalle.