Il Parlamento europeo ha ufficialmente approvato i tre punti cardine, inseriti all’interno di 5 diverse misure, del Fit for 55. Si tratta del grande pacchetto di norme sul clima presentato dalla Commissione Europea nel 2021 al fine di ridurre le emissioni di gas serra nell’Ue di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli registrati nel 1990, dando seguito al processo di decarbonizzazione in cui l’Unione si è impegnata con la Legge europea sul clima. I testi adottati riguardano la riforma del sistema di scambio di quote di emissioni (Ets), la carbon tax, cioè il meccanismo di adeguamento alle frontiere (Cbam), e il Fondo sociale per il clima.
La riforma del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) è passata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni. Il sistema sarà esteso al settore dei rifiuti, al trasporto su strada e agli edifici, anche privati, a partire dal 2027. Si prevede la riduzione in emissioni, nei settori coperti dall’ETS, pari al 62% rispetto ai livelli del 2005, nonché la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034. Chi produce emissioni sarà costretto a pagare: Liese prevede per i prossimi anni circa settecento miliardi di euro di introiti. Nel sistema, per la prima volta, saranno inserite anche le emissioni di gas a effetto serra prodotte nel settore marittimo; nella norma trova inoltre spazio la revisione del sistema valido per il settore dell’aviazione, che permetterà di eliminare gradualmente le quote gratuite entro il 2026, promuovendo l’utilizzo di combustibili sostenibili.
La carbon tax è passata invece con 487 sì, 81 no e 75 astensioni: il testo prevede per le aziende importatrici nell’Ue di prodotti coperti dal sistema Ets l’obbligo di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera, per poi acquistare certificati di carbonio corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per la loro produzione all’interno dell’Unione. L’obiettivo è ovviamente quello di garantire che la svolta climatica europea e globale non sia messa a rischio dalla delocalizzazione della produzione in Paesi extra Ue meno virtuosi. Nel nuovo meccanismo saranno inclusi ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed emissioni indirette in determinate condizioni.
Quel che è certo è che la necessità dell’acquisto dei permessi Ets per i consumi energetici delle abitazioni e delle emissioni dei veicoli a combustibili fossili imporrà ai produttori di aumentare i costi. Il meccanismo si ripercuoterà quasi sicuramente sulle bollette dei proprietari degli immobili e sui prezzi dei carburanti, che andranno a subire aggravi. Per questo motivo, è stata concepita una “clausola di salvaguardia”: se i prezzi dal gas naturale sforeranno la soglia di 106 euro al megawattora sul mercato di riferimento, l’obbligo di “pagare per inquinare” per i nuovi settori inseriti nel sistema dell’Ets verrà posticipato di un anno, entrando in vigore a partire dal 2028.
Si registra poi l’accordo, passato con 521 voti a favore, 75 contrari e 43 astensioni, per un Fondo sociale per il clima dell’Ue atto ad assicurare una transizione climatica equa e inclusiva. Nel dettato della norma è previsto che il Fondo sarà finanziato dai ricavi della messa all’asta delle quote fino a un importo di 65 miliardi di euro: a beneficiarne saranno famiglie vulnerabili, piccole imprese e utenti dei trasporti in gravi difficoltà. «Coloro che possono pagare pompe di calore e pannelli solari avranno un forte incentivo a farlo», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea con delega al Green Deal, Frans Timmermans, poiché il Fondo sociale per il clima supporterà «coloro che non possono farlo da soli». In realtà, sul punto si sono levate anche anche forti critiche. Due le principali: l’insufficienza del fondo dal punto di vista quantitativo e – come sottolineato dai Verdi – il fatto che a gestire gli stanziamenti saranno i governi nazionali.
«Due anni fa abbiamo presentato le leggi per la realizzazione del Green Deal europeo; con le votazioni di oggi, raggiungiamo un’altra pietra miliare – ha scritto su Twitter Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue -. Voglio ringraziare l’Europarlamento per il suo sostegno e invito gli Stati membri a compiere ora gli ultimi passi. Insieme, faremo dell’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico».
I testi adottati dal Parlamento Europeo, frutto di grandi trattative tra le forze politiche e tra i negoziatori di Eurocamera e Consiglio, verranno pubblicati in Gazzetta ufficiale dell’Ue in seguito all’approvazione definitiva del Consiglio. 20 giorni dopo, entreranno in vigore.
[di Stefano Baudino]
Inizio a sentire un leggero bruciore all’ano…
Qui ci vanno di carta vetrata, altro che bruciore.
Ci dobbiamo liberare il prima possibile dal giogo di questi colletti bianchi burocrati corrotto al soldo dei criminali neoliberisti che dominano la finanza mondiale e la geopolitica, prima che sia troppo tardi