Dopo l’occupazione del liceo Manzoni di Milano di martedì, almeno altri otto istituti bolognesi (liceo artistico Arcangeli, liceo Laura Bassi, Istituto Pacinotti, Rubbiani, Copernico, Sabin, Minghetti e Liceo Da Vinci di Casalecchio) si sono aggiunti alla mobilitazione contro l’ideologia del merito e per la tutela della salute mentale degli studenti.
Secondo l’indagine condotta dal collettivo Manzoni antagonista, infatti, 7 studenti su 10 soffrono di frequenti crolli emotivi dovuti alla scuola. Oltre la metà di questi sostiene che il forte stress sia causato principalmente dalla pressione per il mantenimento di una media dei voti alta e dalla costante spinta verso l’eccellenza, pienamente condivisa dall’attuale governo. «È solo un campione di una realtà estesa nel sistema scolastico italiano» dicono gli esponenti del collettivo Manzoni Antagonista. Le esigenze degli studenti milanesi sono le stesse di quelli di Bologna: una scuola “libera, individualizzata e senza ansie” scrivono nel Manifesto. L’auspicio degli studenti è che la loro analisi non resti fine a se stessa, ma che possa essere il principio di un cambiamento a livello istituzionale.
La richiesta d’aiuto da parte degli studenti è arrivata anche al Ministro Valditara, che lo scorso martedì ha incontrato al Ministero dell’Istruzione e del Merito le associazioni studentesche più rappresentative. Durante il Fast Forum l’Unione degli Studenti ha consegnato al ministro la proposta sull’alternanza scuola-lavoro (il cosiddetto Pcto – Percorsi per le competenze trasversali) in cui gli studenti hanno fatto leva su orientamento, rappresentanza e benessere psicologico. «La salute degli studenti è sempre più preoccupante e la necessità nelle scuole di strutture di supporto è sempre più sentita dalla comunità studentesca. Lo stress legato alla competizione non si può ignorare» sostiene Alice Beccari (Uds).
Secondo le dichiarazioni di alcuni rappresentanti presenti all’incontro, Valditara – oltre a non aver dato nessuna risposta pratica sul diritto allo studio e sulla rappresentanza – ha definito quella degli studenti una posizione «ideologica» riguardo al merito, con una conseguente delusione delle associazioni studentesche: «Il ministro ha definito ideologica la nostra posizione sul merito – ha affermato Bianca Chiesa, coordinatrice Uds – Di ideologico c’è solo la volontà di non discutere di quanto sia privo di risorse il diritto allo studio». «In opposizione alla competitività – ha continuato Paolo Notarnicola (coordinatore della Rete degli studenti medi) – chiediamo di garantire il diritto al benessere psicologico. La scuola ha il dovere di intervenire.»
Se andiamo avanti così, e purtroppo la via è ormai segnata, avremo una futura generazione di dirigenti (politici, amministratori, medici, ingegneri e docenti) del calibro del famoso “Giggino”.
Ma quale pressione psicologica per l’eccellenza??? Questa rivolta degli studenti contro il merito è una rivolta contro la fatica necessaria per arrivare a meritare il voto positivo, in nome della comoda scandalosa imperante ideologia lassista dell’inclusione e del successo scolastico da assicurare a tutti…Ideologia -questa sì- che con il suo ipocrita buonismo ha portato e porta a promuovere emeriti ignoranti, rendendo molte scuole dei “diplomifici”; e che anno dopo anno ha distrutto il senso del dovere nei ragazzi, divenuti in gran parte una massa di “sdraiati” renitente all’impegno. Lo stress e la pressione insopportabile li subiscono i docenti che ancora cercano di tenere decorosamente alti i vessilli della Scuola pubblica rifiutandosi di regalare voti positivi a chi non si impegna e non sa, e che pretendono che gli studenti non si limitino a scaldare i banchi!
Ma quale stress psicologico?! Nella scuola del 2023 i livelli di approfondimento disciplinari sono ridotti all’osso tanto da far ridere gli italiani diplomatisi entro i primi anni 90. Gli insegnanti sono intimiditi da dirigenti e genitori che minacciano provvedimenti disciplinari nel caso applichino metodi valutativi che in passato erano lo standard e che erano molto più selettivi e meritocratici. La lamentela è all’ordine del giorno e anche i piagnistei.