giovedì 21 Novembre 2024

In Europa gli studenti stanno occupando le scuole per dire basta al fossile

Dalla Germania alla Spagna, dal Belgio al Portogallo: migliaia di studenti europei stanno occupando scuole e università per attirare l’attenzione sulla crisi climatica e spingere i Governi nazionali a porre fine all’economia del fossile. La campagna, rinominata End Fossil: Occupy! (Basta Fossile: Occupiamo!) ha inoltre lo scopo di dare nuova linfa a quel moto di protesta giovanile contro l’inazione climatica che nel 2019, anno di decine di mobilitazioni di massa, ha toccato il suo apice.

Le azioni più radicali si sono svolte a Lisbona, in Portogallo, dove i ragazzi hanno occupato sette scuole, tra le quali un istituto superiore che è rimasto chiuso per tre giorni e due università – in una di queste, la Facoltà di lettere, gli studenti si sono barricati nell’ufficio del rettore. A poco o nulla sono serviti gli interventi di docenti e forze dell’ordine, chiamate ad intervenire su segnalazione dei primi. In solidarietà con le occupazioni scolastiche, nella capitale decine di altri giovani hanno bloccato il traffico stradale.

In Germania sono state occupate le università di Wolfenbüttel, Magdeburgo, Münster, Bielefeld, Ratisbona, Brema e Berlino, mentre in Spagna gli studenti dell’Università di Barcellona, durante il blocco, hanno organizzato seminari sulla crisi climatica. Episodi simili si sono verificati anche in Belgio, dove 40 studenti hanno occupato l’Università di Gand e nel Regno Unito. Nella Repubblica Ceca, invece, circa 100 studenti si sono accampati fuori dal Ministero del commercio e dell’industria.

Il movimento dice che ad oggi sono circa 22 le occupazioni in corso – in totale tra settembre e dicembre del 2022 sono state occupate più di 50 scuole e università in tutto il mondo –, ma che presto ne arriveranno altre: la campagna infatti andrà avanti per tutto il mese di maggio.

«Iniziamo come studenti, ma vogliamo ispirare tutta la società a intraprendere un’azione radicale con noi. Questa volta chiediamo alla società di unirsi ai giovani e di interrompere, bloccare, sabotare l’economia fossile nelle strade, nelle piazze, negli uffici, nelle sedi e nelle infrastrutture. Il nostro obiettivo è cambiare il sistema ponendo fine all’economia fossile a livello internazionale», si legge in un comunicato.

Le proteste, tra l’altro, arrivano proprio a ridosso della pubblicazione dell’ultimo rapporto del Copernicus Climate Change Service – un ente che si occupa di monitorare costantemente le condizioni del clima – e che quest’anno ha messo in luce una condizione piuttosto complicata per il nostro continente. I dati dicono che in Europa le temperature stanno aumentando più velocemente che altrove, tant’è che il 2022 è stato il secondo anno più caldo mai registrato (da quando si effettuano le misurazioni), con +0,9°C rispetto alla media e l’estate più calda di sempre (+1,4°C sopra la media e 0,3–0,4°C sopra la precedente estate più calda, quella del 2021). In generale, situazioni climatiche estreme e ondate di caldo torrido hanno fatto sì che le temperature medie in Europa, dal 2018 al 2022, siano state di 2,2 gradi Celsius superiori ai livelli pre-industriali (1850-1900).

[di Gloria Ferrari]

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