L’Ecuador utilizzerà almeno 12 milioni di dollari all’anno per proteggere il prezioso ecosistema delle Isole Galapagos, che ospita circa 3mila specie, tra cui tartarughe giganti e iguane marine che non si trovano in nessun altro luogo sulla Terra, dalla pesca illegale e dai cambiamenti climatici. I soldi provengono dal più grande accordo cosiddetto “debt-for-nature” mai raggiunto fino ad ora, per cui il debito di uno Stato viene cancellato in cambio della protezione di uno specifico habitat.
Nel caso dell’Ecuador, Credit Suisse e Banca interamericana di sviluppo – i creditori che detengono il debito sovrano del Paese – hanno deciso di cancellare una parte del debito e convertirne un’altra in denaro – un miliardo e mezzo di dollari di debito estero trasformate in 656 milioni di utili – da riutilizzare per la conservazione della natura della riserva delle Galapagos e per quella di Hermandad, un’area 198.000 chilometri quadrati.
I Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici e alla conseguente perdita di biodiversità naturale sono spesso quelli meno in grado di permettersi investimenti in protezione dell’ambiente, perché i loro bilanci sono già piuttosto gravati dal debito. Tuttavia, anche se vengono usati da quasi 40 anni, strumenti come quello del ‘debt-for-nature’ non hanno mai avuto grande diffusione e, solitamente hanno riguardato importi molto più contenuti.
Per questo, quello dell’Ecuador, è un caso straordinario. Come ha raccontato la Pew Bertarelli Ocean Legacy Project, una delle fondazioni coinvolte e che avrà il compito di controllare e monitorare la trasparenza delle operazioni, «oltre a rientrare nel debito, l’Ecuador fornirà annualmente circa 17 milioni di dollari per la conservazione: 12 milioni di dollari per le attività pratiche e in più circa 5,4 milioni di dollari per la costituire un fondo monetario permanente”, per continuare a finanziare la conservazione naturale anche quando l’accordo sarà estinto (fino a quella data infatti il Paese dovrebbe riuscire a mettere da parte più di 200 milioni di dollari).
Il primo accordo di questo tipo è stato siglato nel 1987 in Bolivia. Dopo di questo ne sono seguiti circa 140, tutti con lo scopo di proteggere foreste e fondali marini.
[di Gloria Ferrari]