La Commissione Occupazione e affari sociali (Empl) del Parlamento Europeo ha approvato una proposta di legge per spingere l’UE a normare gli stage, ponendo fine a quelli gratuiti e garantendo ai lavoratori l’accesso alla protezione sociale. Con 36 voti a favore, 3 contrari e 4 astensioni, la risoluzione nasce con l’intento di garantire un’adeguata remunerazione per tutti i tirocini, che dovrebbero perlomeno permettere al dipendente di avere un tenore di vita dignitoso. Motivo per cui, secondo la Commissione, gli Stati membri dovrebbero stabilire un livello di remunerazione che copra almeno il costo delle necessità materiali come cibo, vestiario, alloggio e trasporto, oltre a tenere conto del prezzo delle cose quotidiane.
La riforma coinvolgerebbe due diverse tipologie di tirocini: quelli che seguono la fine di un percorso di studi – e che quindi proiettano lo studente nel mondo del lavoro – e quelli che si svolgono durante la formazione scolastica – i cosiddetti stage curriculari – spesso obbligatori. Per i primi, della durata minimo di un mese e massimo di sei, è previsto tutto cioè che dovrebbe essere garantito ad un qualsiasi lavoratore impiegato sul territorio UE: stipendio mensile che rispetti le direttive sul salario minimo in vigore, l’accesso alla protezione sociale e ai diritti pensionistici, assicurazione sanitaria, indennità di disoccupazione e ferie retribuite. Anche per i secondi, in cui sono coinvolti gli studenti, la Commissione ha stabilito che le norme prevedano una compensazione economica obbligatoria – come il rimborso dei trasporti e più in generale risarcimento delle spese sostenute per svolgere l’attività – commisurata al costo della vita dello Stato membro in questione.
Per Monica Semedo, relatrice della proposta e deputata per il gruppo Renew Europe, «questa iniziativa legislativa è un passo decisivo per garantire che i giovani abbiano accesso a tirocini retribuiti che forniranno loro le competenze e esperienza di apprendimento necessaria per prosperare nel mercato del lavoro competitivo di oggi».
Tuttavia, prima di essere effettivamente discusso dalle Nazioni UE, l’iter prevede che il testo della proposta venga prima votato dall’Aula in sessione plenaria, probabilmente a giugno. Con il rischio piuttosto concreto che qualcosa vada storto. Come d’altronde è già successo, visto che nel febbraio del 2022 una risoluzione simile e che proponeva di “vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati”, è finita per essere cestinata.
Ad oggi, secondo i dati che la stessa Europa fornisce, meno della metà dei tirocinanti impiegati sul territorio riceve un compenso monetario. E chi, invece, lo percepisce, spesso si ritrova solamente con qualche spicciolo in tasca.
[di Gloria Ferrari]