domenica 12 Gennaio 2025

Le mosse del Parlamento Europeo per regolare IA e riconoscimento facciale

I deputati dell’Eurocamera hanno approvato ieri, con 87 voti a favore, 7 contrari e 12 astenuti, l’Artificial Intelligence Act (AI Act), presentato per la prima volta nell’aprile del 2021 dalla Commissione europea e primo provvedimento del suo genere al mondo atto a regolamentare la potente tecnologia dell’Intelligenza artificiale (IA), considerati i rischi che questa porta con sé. All’interno di questo quadro normativo in via di definizione, risulta fondamentale la decisione dei deputati europei di vietare il riconoscimento biometrico in tempo reale nei luoghi pubblici, contrastando così le recenti esternazioni del ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, sulla necessità di impiegare il riconoscimento facciale per garantire una maggiore sicurezza. La relazione del Parlamento, presentata dai co-relatori Brando Benifei del Partito Democratico e Dragoş Tudorache di Renew Europe, dovrà ora essere votata alla prossima sessione plenaria dell’Eurocamera, in programma tra il 12 e il 15 giugno, per dare il via ai negoziati interistituzionali con il Consiglio dell’Ue e prima dell’avvio dei negoziati con gli Stati membri. L’obiettivo è redigere entro la fine della legislatura (primavera del 2024) la prima legislazione al mondo di ampio respiro sull’IA. Secondo Benifei, «l’Artificial Intelligence Act è la pietra miliare che plasmerà l’Europa digitale, tutto il mondo ci sta guardando e continuerà a farlo»: l’obiettivo è quello di rafforzare «sensibilmente la protezione dei diritti fondamentali, includendo ambiente e democrazia tra gli interessi da perseguire».

Gli eurodeputati hanno seguito l’impostazione della Commissione – delineata nella proposta sull’AI Act – che si basa su una scala di rischio per regolamentare le applicazioni dell’IA. Secondo questa impostazione, vi sono quattro livelli di rischio: minimo (videogiochi abilitati per l’IA e filtri anti-spam), limitato (chatbot), alto (assegnazione di punteggi a esami scolastici e professionali, smistamento dei curriculum, valutazione dell’affidabilità delle prove in tribunale, chirurgia assistita da robot) e inaccettabile (tutto ciò che rappresenta una “chiara minaccia per la sicurezza, i mezzi di sussistenza e i diritti delle persone”, come l’assegnazione di un ‘punteggio sociale’ da parte dei governi). Per il primo livello non è previsto alcun intervento, mentre l’ultimo livello sarà vietato integralmente. I sistemi di identificazione biometrica in spazi accessibili al pubblico sono classificati come “rischio inaccettabile”, così come i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (sesso, etnia, religione, orientamento politico) e social media o telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale. Nella stessa categoria sono inclusi anche i sistemi di polizia predittivi e i software di riconoscimento delle emozioni in tutti i contesti, dai luoghi di lavoro alle istituzioni educative, alle frontiere.

Per quanto riguarda l’alto rischio, l’Eurocamera ha ampliato i casi previsti dall’IA Act includendo anche software che possono provocare danni alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali o all’ambiente, ma anche modelli di IA che possono influenzare gli elettori nelle campagne elettorali e nei sistemi di raccomandazione utilizzati dai social media. I fornitori di applicazioni di IA dovranno inoltre garantire la trasparenza e rispettare i requisiti di progettazione, registrandosi nella banca dati dell’Ue. Per quanto riguarda, invece, i modelli generativi come Chat GPT, è richiesto il rispetto dei requisiti di trasparenza, tra cui il rendere noto che il contenuto è stato generato dall’IA, e la pubblicazione dei dati protetti da diritto d’autore utilizzati per l’addestramento del software. La violazione delle regole prevede sanzioni severe che arrivano fino a 40 milioni di euro o al 7% del fatturato, se quest’ultimo è più alto dei 40 milioni previsti.

La tecnologia del riconoscimento facciale nei luoghi pubblici è stata sottoposta a un voto separato a causa dell’opposizione dei Popolari. Il Parlamento ha votato con 58 voti a favore, 36 contrari e 10 astenuti la totale messa al bando della tecnologia come richiesto da Socialisti, Verdi e Liberali. Stando al testo, il divieto si applicherà anche per le infrastrutture di difesa dei confini e per le tecnologie di sorveglianza alla migrazione clandestina, in quanto «i confini nazionali sono luoghi pubblici e in quanto tali rientrano nel divieto previsto dal nuovo regolamento». L’approvazione definitiva del testo richiederà ancora tempo, ma l’intenzione è quella di chiudere l’iter legislativo entro l’anno o massimo entro fine legislatura: il quadro normativo – almeno sulla carta – garantisce un’indispensabile forma di tutela dai principali rischi presentati dall’IA. Tuttavia, esso può essere sempre facilmente aggirabile, specie nei periodi di emergenza dove tutto è giustificato in nome del bene comune e in cui l’intelligenza artificiale si rivelerebbe uno strumento perfetto per la sorveglianza della popolazione. I rischi relativi a questa tecnologia sono, dunque, tutt’altro che scongiurati, anche per quanto riguarda il discorso dei posti di lavoro: sono recenti, infatti, le notizie di importanti aziende e multinazionali come IBM che hanno annunciato di voler sospendere le assunzioni in quelle posizioni ricopribili dall’intelligenza artificiale e che vogliono investire nella nuova tecnologia per ridurre il numero dei dipendenti. Tutto ciò non potrà che avere serie ripercussioni socioeconomiche.

[di Giorgia Audiello]

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