domenica 17 Novembre 2024

Nuova ZTL di Roma: un altro esempio di transizione ecologica fatta pagare ai più deboli

Per porre rimedio all’annoso problema dell’inquinamento atmosferico, il Comune di Roma ha istituito la ZTL Verde. La nuova Zona a Traffico Limitato, che vede ampliati i propri confini rispetto all’area precedentemente delimitata dalle ZTL ambientali, prevede che la circolazione venga gradualmente limitata per tutti i veicoli a benzina e a diesel fino alla categoria Euro 4. La delibera risale al 2022, tuttavia, con l’inizio dei lavori per l’allestimento dei varchi, si sono moltiplicate le manifestazioni di protesta contro l’iniziativa della giunta Gualtieri da parte di cittadini che rivendicano il diritto di poter utilizzare le proprie automobili, sottolineando come difficilmente in molti si potranno permettere la spesa per una nuova auto, anche a fronte degli incentivi. In effetti, la decisione del Comune capitolino ha uno stampo di matrice classista, in quanto è molto probabile che a non potersi permettere di acquistare suv di ultima generazione e poco inquinanti siano proprio coloro che dispongono di un’automobile di vecchia generazione. Non è chiaro, inoltre, se la giunta abbia intenzione di mettere in atto iniziative dirimenti quali il potenziamento dei mezzi pubblici, che potrebbe costituire una soluzione più democratica al problema dell’inquinamento.

Come giustamente sottolineato nella Giunta capitolina n. 371/2022, lo Stato italiano è stato sottoposto a procedura di infrazione e condannato dalla Corte di Giustizia europea, il 12 maggio 2022, in quanto inadempiente agli obblighi di rispetto della normativa vigente in materia di limitazione dell’inquinamento atmosferico e per il persistere del superamento del valore limite di sostanze quali la NO2 e il PM10. Nel tentativo di fornire parte della soluzione al problema, dunque, la Regione Lazio ha deciso di limitare ulteriormente il traffico stradale, promettendo di concedere appositi contributi per incentivare la sostituzione dei veicoli inquinanti. Le restrizioni, introdotte in maniera graduale, avrebbero dovuto inizialmente riguardare (ma non sono mai state messe in atto, nonostante già nel 2017 l’amministrazione Raggi avesse emesso un’ordinanza per limitarne la circolazione) i veicoli Euro 0-2. A partire dal 1° novembre 2023 dovrebbe essere bloccato l’accesso alla ZTL, dalle 7.30 alle 20.30, ai diesel Euro 4 e ai veicoli commerciali a gasolio Euro 4 N1, N2 e N3 in alcune fasce orarie, come anche ai ciclomotori a gasolio Euro 3.

L’area coperta dalla ZTL Fascia Verde introdotta dal Comune di Roma

Il Comune ha tuttavia comunicato l’intenzione di apportare modifiche e deroghe, dopo le proteste scatenatesi nei giorni scorsi a seguito dell’inizio dei lavori per la creazione dei varchi. Contro la ZTL Verde è stata anche lanciata una raccolta firme, lanciata dalle opposizioni, che ha raccolto quasi 100mila adesioni. Se la delibera entrasse in vigore così com’è, infatti, sarebbero quasi mezzo milione le automobili che non potrebbero circolare, numero che sale a oltre 600mila se nel conteggio si fanno rientrare anche i ciclomotori. Da novembre 2024, poi, si aggiungerebbero altre 134mila vetture. Lo scorso mercoledì centinaia di cittadini sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso. Proprio durante questa giornata, il sindaco ha ricevuto una delegazione di cittadini e confermato che il provvedimento verrà rivisto. Tra le ipotesi spunta quella di far slittare di un anno il divieto di circolazione dei diesel Euro 4 e quella di introdurre una sorta di ecopass, che concederebbe deroghe ai lavoratori in possesso di mezzi vecchi e non in grado di cambiarli. Oltre a ciò, verrebbero concessi incentivi per la rottamazione e l’acquisto di mezzi meno inquinanti o abbonamenti gratuiti ai mezzi di trasporto pubblici.

Pur essendo fondamentale mettere in atto iniziative a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, visto l’impatto estremo e deleterio che l’inquinamento ha su di essa, imporre un divieto di circolazione senza ricercare soluzioni più strutturali rischia di non rendere efficace l’intento alla base del provvedimento, ovvero la riduzione dell’inquinamento. La città di Roma soffre di importanti carenze nel settore del trasporto pubblico, il cui potenziamento potrebbe costituire una valida alternativa all’utilizzo delle macchine, incentivando i cittadini a non utilizzare i mezzi privati e riducendo drasticamente i disagi della circolazione. Inoltre, a meno che non vengano previsti incentivi davvero ingenti, è altamente improbabile che coloro che possiedono un’automobile molto vecchia e più inquinante (verosimilmente quella parte di popolazione che non può permettersi un’auto di ultima generazione) possa sostituire il proprio mezzo.

I costi e gli effetti della conversione ecologica, che noi per primi vogliamo realizzare, non possono e non devono abbattersi sulla fascia di popolazione con un reddito basso o medio” scrive il partito Sinistra Verdi in una lettera indirizzata al primo cittadino Gualtieri. “Se non risponderemo alla richiesta di aiuto della parte di città che non può permettersi di aderire da subito alle nuove regole, anche per le gravi mancanze del trasporto pubblico, rischiamo un cortocircuito irrecuperabile tra le ragioni dell’amministrazione e le preoccupazioni economiche e pratiche degli abitanti e delle aziende a basso fatturato dell’area metropolitana di Roma che non potranno più avere accesso in città se non acquistando una nuova vettura”

[di Valeria Casolaro]

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5 Commenti

  1. Roma e’ una citta’ enorme e costruita, come la storia insegna, su sette colli: basta quindi con la solita tiritera delle citta’ del nord piatte piu’ del mare ad olio e con le loro biciclette. Se si vuole davvero limitare il traffico romano bisogna investire nella mobilita’ con mezzi pubblici, e creare alla periferia della citta’ enormi parcheggi custoditi, ben collegati con la citta’ stessa. Cio’ significa pianificare per tempo, investire, realizzare: e’ molto piu’ “green” invece porre dei “cancelli” con lasciapassare e telecamere: piu’ economici, piu’ mediaticamente “fighi” e in linea con il sistema del controllo sociale (e magari un domani collegarci un sistema di riconoscimento facciale alla cinese…).
    Finalmente il popolo romano inizia a ribellarsi, a muoversi, nella speranza che altri sindaci che hanno intenzione di fare la stessa cosa (Milano, Bologna, …) ci ripensino; perche’ l’economia “green” che ci vogliono rifilare e’ cosa per fighetti, almeno per ora. E che dire dei metalli alcalini da estrarre devastando ulteriormente il pianeta per le batterie? E che dire della durata delle auto elettriche che pare essere di gran lunga inferiore? E che dire delle lunghe soste alle colonnine di ricarica? E pensate poi che non verranno presto poste accise anche sull’alimentazione elettrica?
    Ma come al solito ci si fa belli senza prima risolvere i problemi che una nuova tecnologia comporta per poi eventualmente decidere se sia da adottarsi: stiamo vivendo lo stesso film visto con i vaccini genici anti covid…

  2. Sarebbe veramente carino se succedesse Walter, ma purtroppo ci sono ottime ragioni per cui a Roma non ci sono le condizioni di Copenhagen, nè temo mai ci saranno. Probabilmente nella città del nord gli amministratori pensano (anche) ai loro concittadini (non solo al loro portafogli), mentre nella nostra meravigliosa Capitale gli amministratori probabilmente pensano (solo) al loro portafogli…

  3. Esprimo un pensiero radicale: a Copenhagen bellissima città del nord con clima non certo clemente, le piste ciclabili ed i ciclisti, per lavoro, per sport e per diletto hanno la precedenza assoluta. Poi vengono i mezzi pubblici ed infine le numerose Tesla. Roma, bellissima città mediterranea con un clima ben più temperato eccetto luglio ed agosto, ma ad agosto è tutto chiuso…potrebbe prendere qualche spunto e fare un doppio servizio ai cittadini: diminuizione dell’inquinamento atmosferico da motori a combustione ed aumento dell’esercizio fisico con netta riduzione delle patologie del metabolismo. (Basta esporre gigantografie con fisici maschili e femminili da copertina accanto ad una comune bicicletta, tanto il popolo si beve tutto…)

  4. La verità è che in Italia c’è la “cultura” del diesel e molte persone ch fanno pochissimi km l’anno hanno auto diesel. Le auto a benzina invece si possono CONVERTIRE in gpl che non è inquinante, costa meno, e solitamente può accedere alle ZTL.

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