domenica 22 Dicembre 2024

La giravolta di Musk: a capo di Twitter un’abitudinaria del WEF favorevole alla censura

Elon Musk ha scelto il nuovo CEO di Twitter generando un certo stupore tra chi pensava che l’estroverso miliardario avrebbe reso lo spazio digitale, almeno nei principi, qualcosa di diverso rispetto alla precedente gestione. A meno di colpi di testa, a cui il multimiliardario ci ha abituati, Linda Yaccarino ricoprirà il più alto ruolo all’interno di Twitter. Ospite fissa del World Economic Forum, non contraria alla censura e curatrice per l’amministrazione Biden di uno spot che invitata i cittadini statunitensi alla vaccinazione anti-Covid, la nomina di Yattarino porta Musk apparentemente a distanza siderale dalle roboanti promesse lanciate al momento dell’acquisizione del social network.

Quello di Yaccarino è un profilo controverso, che analizzeremo nelle prossime righe. Una piccola anteprima? Già a capo di una delle principali multinazionali della comunicazione USA, nel 2021 ha lavorato per l’amministrazione Biden al fine di creare una campagna pubblicitaria che incitasse la popolazione alla vaccinazione contro il Covid.

Twitter, acquisita da Musk per la cifra di 44 miliardi di dollari lo scorso anno, ha cessato di esistere come società indipendente e quotata in borsa e fa adesso parte di X Corp, società fondata appositamente da Musk il marzo scorso, a sua volta controllata da X Holding Corp, sempre di proprietà dell’oligarca statunitense. «Sono entusiasta di dare il benvenuto a Linda Yaccarino come nuovo CEO di Twitter! @LindaYacc si concentrerà principalmente sulle operazioni commerciali, mentre io mi concentro sul design del prodotto e sulle nuove tecnologie. Non vedo l’ora di lavorare con Linda per trasformare questa piattaforma in X, l’app per tutto», è quanto ha scritto Musk in un post del 12 maggio scorso. Mentre la Yaccarino ribatte entusiasta: «Sono stato a lungo ispirata dalla tua visione per creare un futuro più luminoso. Sono entusiasta di contribuire a portare questa visione su Twitter e trasformare questo business insieme!»

Ma chi è Linda Yaccarino? Yaccarino, newyorkese di origini italiane, ha lavorato per dodici anni presso la NBCUniversal, società di mass media e intrattenimento, controllata da Comcast corporation – il più grande conglomerato multinazionale statunitense di telecomunicazioni e media – ricoprendo ruoli di primo piano nelle divisioni pubblicitarie e di partnership dell’azienda. Ha contribuito a supervisionare il lancio di NBC Peacock e ha sostenuto la modernizzazione delle tecnologie di misurazione degli annunci. Presso NBCUniversal, Yaccarino ha supervisionato 2.000 lavoratori impegnati nell’ala pubblicitaria dell’azienda, facendo generare svariati miliardi di dollari di vendite di spazi e inserzioni commerciali; il suo team ha stretto partnership, tra le altre, con Apple News, BuzzFeed, Snapchat e Twitter. Come scritto sul The Guardian, Linda Yaccarino, per il suo stile di negoziazione setoso ma duro, è conosciuta nei circoli pubblicitari come “Velvet Hammer”.

Linda Yaccarino ha collaborato con l’amministrazione Trump, tra il 2018 e il 2020, quando è stata nominata dall’ex Presidente come membro del Consiglio presidenziale per lo sport, il fitness e la nutrizione. Nel 2021, invece, ha collaborato con l’amministrazione di Biden per la creazione e la realizzazione di una campagna pubblicitaria che incoraggiasse la popolazione alla “vaccinazione” contro il Covid-19, la quale ha coinvolto persino Papa Francesco.

Yaccarino è anche una “iniziata” del World Economic Forum (WEF), sul cui sito possiamo leggere di lei che fa parte di “diversi consigli di amministrazione a scopo di lucro e senza scopo di lucro, tra cui Ascena Retail Group, Hulu, Ad Council, Open AP, Mobile Marketing Association, ACLD e The Female Quotient”. Allo scorso Forum, andato in scena a Davos tra il 10 e il 16 gennaio 2023, Yaccarino era presente come Chairman, Global Advertising and Partnerships del NBCUniversal. All’interno del WEF, quella che diventerà la nuova CEO di Twitter, o meglio di X Corp, fa parte della task force sul futuro del lavoro.

Già da questo può stupire la scelta di Yaccarino, visto che Elon Musk ha più volte attaccato il WEF, paragonando ad un «governo mondiale non eletto». Non solo. Proprio Linda Yaccarino aveva recentemente attaccato Musk durante un’intervista dell’aprile scorso consigliandolo anche di non twittare dopo le tre del mattino. Nell’intervista si sono intrecciati due temi su tutti: inserzioni pubblicitarie e libertà di parola. Le due questioni sono solo apparentemente slegate poiché nella realtà si intersecano in maniera profonda. Anzitutto pubblicità e libertà di parola/censura si intersecano su un piano economico legato alla gestione degli spazi pubblicitari, ai big data e alla profilazione per la pubblicità mirata. L’altro piano su cui si intrecciano le due questioni è invece di carattere sociologico ove la pubblicità e il marketing costituiscono oramai le leggi non scritte di ogni ambito della società, senza che neanche ce ne accorgiamo, ben aldilà del contesto prettamente consumistico. La pubblicità è una narrazione composta da parole, musiche e immagini che, oltre a servire per vendere un prodotto, costruiscono l’immaginario sociale entro cui confinare il pensiero e, quindi, anche la libertà di parola e di espressione, applicando la censura ogni qual volta si ritenga che questa interferisca con il messaggio pubblicitario – la narrazione – dominante. La pubblicità – la persuasione, l’influenza – è un potere fondamentale della società moderna o, nell’accezione di Guy Debord, della “società dello spettacolo”, ed è stata tratteggiata in maniera esemplare per i suoi tempi, dal precursore Vance Packard nel celebre libro del 1958 The Hidden Persuaders (I persuasori occulti).

Insomma, la nomina di Yaccarino fa certamente storcere la bocca a quanti pensavano che con l’acquisizione di Twitter da parte di Musk le cose avrebbero preso una piega diversa. Almeno sulla carta, in base alle premesse, la nuova CEO di Twitter, adesso X Corp, Linda Yaccarino, rappresenta ciò che l’oligarca statunitense ha sempre detto di non voler sostenere e per cui ha deciso proprio la scalata al social network.

[di Michele Manfrin]

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