Roger Waters, carismatico leader dei Pink Floyd, è finito nuovamente nel mirino della giustizia e le accuse a suo carico sono quantomeno paradossali. Durante un concerto a Berlino, infatti, l’artista si è presentato sul palco travestito da nazista, una performance che si ripete in maniera sempre uguale dal 1980 e caratterizzata da un evidente e inconfondibile scopo di denuncia. La polizia tedesca, tuttavia, ha deciso ugualmente di procedere contro di lui, accusandolo di “incitamento all’odio”. La risposta di Waters non ha tardato ad arrivare, con un breve comunicato. “La rappresentazione di un demagogo fascista squilibrato è una peculiarità dei miei spettacoli dai tempi di The Wall dei Pink Floyd del 1980. Ho passato la mia intera vita a parlare contro l’autoritarismo e l’oppressione ovunque si manifesti. Senza preoccuparmi delle conseguenze degli attacchi contro di me, continuerò a condannare l’ingiustizia e tutti coloro che la portano avanti”.
Non è la prima volta che Waters – in prima linea nella causa per la liberazione di Assange e per i diritti del popolo palestinese – finisce nel mirino in Germania. A febbraio scorso la città di Francoforte aveva vietato un suo concerto accusandolo di essere antisemita per le sue critiche alle politiche di occupazione israeliana. Le autorità ucraine lo avevano inoltre inserito nella lista dei “nemici di Kiev” dopo che lui aveva denunciato il ruolo degli Stati Uniti nel contribuire a scatenare il conflitto a partire dal cambio di regime a Kiev del 2014.
[di Valeria Casolaro]
“… conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” GV 8, 32