venerdì 15 Novembre 2024

I cittadini milanesi hanno salvato uno spazio verde nel cuore della città

Il glicine di piazza Baiamonte a Milano è salvo grazie alla mobilitazione popolare che nelle ultime settimane ha coinvolto decine di migliaia di cittadini. Risparmiati dall’abbattimento anche due dei quattro tigli presenti nella piazza, mentre per gli altri due e un bagolare «si lavorerà», come dichiarato dal sindaco di Milano Beppe Sala. A minacciare le piante era il progetto iniziale del Museo Nazionale della resistenza, che verrà costruito proprio in piazza Baiamonte. Tale ubicazione «non contraddice affatto la giusta e legittima richiesta di salvaguardare il glicine e i tigli siti ai margini del perimetro in cui sorgerà il Museo», ha dichiarato Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’ANPI, che nei giorni scorsi si è unito all’appello lanciato dai cittadini. La giunta milanese lavorerà dunque a una modifica del progetto iniziale per permettere sia la costruzione del museo nella piazza sia la salvaguardia del patrimonio botanico.

La mobilitazione ripaga, al netto della retorica disfattista che permea qualsiasi spinta dal basso. Nelle scorse settimane è stata lanciata una raccolta firme su Change.org che ha coinvolto più di 50mila cittadini contrari all’abbattimento del glicine e dei Tigli di piazza Baiamonte. A seguito di manifestazioni e proteste, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dichiarato che «il glicine sarà salvato ma verrà sottoposto a una potatura per permettere i lavori del Museo». Ad ogni modo, «in un paio di anni tornerà esattamente come oggi». Un compromesso tra i piani iniziali e le proteste dei cittadini, che continueranno comunque a chiedere per i tigli e il bagolare presenti nella piazza il salvataggio dall’abbattimento.

A preservare (non ancora totalmente) un’area verde nel cuore di Milano è stato l’interesse degli abitanti e non la programmazione attenta di una giunta che dovrebbe tutelare il patrimonio botanico e la salute dei propri cittadini. Nonostante un serio problema con l’inquinamento, il capoluogo lombardo fa spesso parlare di sé per misure impopolari. Soltanto pochi giorni fa una quercia secolare e altri 67 alberi hanno dovuto lasciare il posto ai cantieri per lo sviluppo del campus universitario del Politecnico. Nuovo cemento quindi in una delle città con la peggior qualità dell’aria della Penisola e con una quantità di verde urbano pari a 17,8 metri quadrati a fronte di una media italiana di 33,8.

[di Salvatore Toscano]

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1 commento

  1. Milano sempre peggio! Più sporca, degradata, maleodorante, piena di “questuanti” e disperati; piste ciclabili pericolose, cantieri aperti fregandosene dei negozianti e sempre meno verde “vero”. Sala sei solo un falso: vergognati!

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