Secondo Arthur Bloch, umorista e scrittore statunitense, «quando c'è bisogno di toccare ferro o legno, ci si accorge che il mondo è fatto di alluminio e di plastica». Su quest’ultimo punto è impossibile dargli torto: probabilmente la maggior parte degli oggetti che in questo momento ci circondano – se non tutti - contiene o è fatta di almeno una componente plastica. D’altronde i dati dicono che ogni anno produciamo più di 380 milioni di tonnellate di plastica, e che circa la metà di questa è destinata a scopi monouso. Significa cioè che finisce per essere utilizzata per pochi momenti, anche s...
Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.
Scegli l'abbonamento che preferisci (al costo di un caffè la settimana) e prosegui con la lettura dell'articolo.
Se sei già abbonato effettua l'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.
L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici. Esiste solo grazie ai suoi abbonati. Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.
Grazie se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.
L’articolo inizia con delle ottime riflessioni, però purtroppo termina con un’argomentazione da cui dissento totalmente: di sedicenti ecoattivisti (noti per essere eterodiretti più che dotati di vera coscienza ecologista) non abbiamo davvero bisogno, soprattutto nella variante che scambia atti di puro e semplice vandalismo per “disobbedienza civile non violenta”.