giovedì 21 Novembre 2024

Nord Stream: per gli investigatori tedeschi i sabotatori sarebbero partiti dalla Polonia

In Germania, gli investigatori stanno indagando su una serie di indizi che farebbero ricondurre il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 a una pista legata alla Polonia, che potrebbe essere stata utilizzata dai responsabili come quartier generale operativo. Lo ha riferito il Wall Street Journal, spiegando che gli inquirenti hanno ricostruito gli spostamenti di due settimane di “Andromeda”, uno yacht di 15 metri che si sospetta essere stato coinvolto nelle operazioni di sabotaggio avvenute nel Mar Baltico lo scorso settembre, che avrebbe deviato la sua rotta per addentrarsi nelle acque polacche. Al suo interno, sono stati rinvenuti campioni di Dna che la Germania ha cercato di “abbinare ad almeno un soldato ucraino”.

I media tedeschi avevano iniziato a parlare già lo scorso marzo del probabile coinvolgimento nel sabotaggio di uno yacht appartenente a una società, con sede in Polonia, facente capo a soggetti ucraini. Alcuni giorni fa, il Washington Post ha riferito che gli Stati Uniti sarebbero stati informati di un progetto ucraino per sabotare i gasdotti già tre mesi prima delle esplosioni che li hanno danneggiati. «La Polonia non ha avuto nulla a che fare con le esplosioni di Nord Stream 1 e Nord Stream 2 – ha subito scritto su Twitter Stanislaw Zaryn, portavoce del ministro polacco che coordina i servizi speciali, Mariusz Kaminski -. Collegare la Polonia a questi eventi è infondato».

Il Nord Stream è un gasdotto lungo 1224 km tramite cui la Russia esportava parte del proprio gas in Europa. L’infrastruttura – in grado di trasportare fino a 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno – parte da Vyborg, in Russia, e arriva a Lubmin-Greifswald, in Germania, correndo sul fondale del Mar Baltico. Il Nord Stream 2, che sostanzialmente segue in parallelo il medesimo percorso del suo “gemello”, è stato costruito a partire dal 2018 e ultimato nel settembre 2021, senza essere però mai entrato in funzione.

Il progetto è stato da sempre fortemente osteggiato dagli Usa, che per bocca del segretario di Stato Antony Blinken – nella cornice di una conferenza tenuta accanto al segretario generale della Nato Stoltenberg – il 23 marzo 2021 dichiarò che il Nord Stream 2 era «una pessima idea sia per l’Europa che per gli Stati Uniti» e che il progetto si poneva «in contraddizione con gli obiettivi di sicurezza energetica dell’Unione europea». La nuova linea avrebbe dovuto raddoppiare le forniture di gas russo all’Europa ma, dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, la Germania non rilasciò le necessarie autorizzazioni per la sua apertura. Poi, il 26 settembre 2022, due misteriose esplosioni hanno causato tre falle nei gasdotti, provocando danni senza precedenti.

A margine delle esplosioni, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva attaccato il Cremlino, parlando di un «attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Unione Europea». Nel frattempo, i servizi segreti di alcuni Paesi europei avevano riferito che, qualche giorno prima dei fatti, una serie di navi russe sarebbero state presenti nell’area dei danneggiamenti. Vladimir Putin aveva dichiarato che il danneggiamento ai gasdotti era «un atto di terrorismo di Stato», aggiungendo che «chi era «interessato al fatto che la fornitura di gas russo all’Europa passasse solo attraverso l’Ucraina ha fatto saltare tutto».

Nonostante in prima battuta gli stati Occidentali e le loro proiezioni mediatiche avessero puntato il dito contro Mosca, molte incongruenze erano emerse sin dai primi giorni successivi al sabotaggio. In ultimo, a squarciare il velo di ipocrisia che ha segnato la narrazione della vicenda è intervenuta una rivelazione giornalistica di peso: quella dell’autorevole giornalista e premio Pulitzer statunitense Seymour Hersh, secondo cui l’esplosione dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico sarebbe stata un’operazione segreta ordinata dalla Casa Bianca e portata avanti dalla CIA utilizzando un’esercitazione militare NATO come copertura. «Finché l’Europa continuerà a dipendere dai gasdotti per l’approvvigionamento di gas naturale a basso costo – aveva spiegato Hersh – Washington temeva che Paesi come la Germania sarebbero stati riluttanti a fornire all’Ucraina il denaro e le armi necessarie per sconfiggere la Russia». Presto si potrà scoprire a quali risultanze condurrà l’inchiesta tedesca.

[di Stefano Baudino]

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