sabato 21 Dicembre 2024

In Italia sono stati piantati 60 mila alberi grazie alla campagna “Foresta Italia”

Foresta Italia, la campagna di forestazione e riforestazione nazionale promossa dalla no profit Rete clima insieme a Coldiretti e PEFC, ha festeggiato a Roma il suo primo anno di vita. Finora sono state 17 le regioni italiane interessate. Grazie all’impegno di 30 aziende che hanno deciso di sostenere la campagna, sono stati piantumati 42 siti con circa 60.000 alberi 100% da filiera italiana. Nonostante la copertura forestale in italia sia aumentata dal 2015, le grandi città spesso continuano ad abbattere alberi e ad avere problemi di smog e inquinamento (come nel recente caso di Milano, dove il Comune ha deciso di abbattere 67 alberi per far spazio all’allargamento del Politecnico). Piantare alberi non sarebbe solo una soluzione per ambiente e clima, ma aiuterebbe a salvare migliaia di vite umane. Per la buona riuscita dell’iniziativa però ci sono due sfide da superare: la prima è piantare alberi dove serve e coordinare gli interventi con le Amministrazioni pubbliche e la seconda è seguire la crescita delle piantagioni con attenzione. È anche per questo che Rete Clima ha annunciato una nuova web-app per il monitoraggio delle foreste urbane. Inoltre, entro fine anno nascerà ForestLab, un laboratorio che sfrutterà collaborazioni con università e centri di ricerca per mettere in campo modelli di forestazione sempre più efficaci.

Foresta Italia è la Campagna nazionale che mira a perfezionare, riorganizzare ed ampliare il lavoro di Rete Clima a favore delle foreste nazionali, in particolare coinvolgendo le aziende in progetti di cura ambientale. La Campagna quindi, oltre ad offrire soluzioni basate sulla natura, ha anche lo scopo di tutelare le foreste già esistenti attraverso una gestione sostenibile. Tuttavia, gli obiettivi non si limitano alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio ambientale nazionale. Come spiega Paolo Viganò, presidente e fondatore di Rete clima, lo scopo è interagire con le Pubbliche Amministrazioni e con le imprese per portare avanti un modello di sviluppo sostenibile e coerente con gli obiettivi di contrasto al surriscaldamento globale. «Puntare sulla filiera 100% italiana – aggiunge Ettore Prandini, presidente Coldiretti – garantisce alla biodiversità locale di crescere e alle nostre città di avere un alleato in più contro l’inquinamento».

C’è di più: piantare alberi non aiuta solo l’ambiente e il clima, ma anche l’uomo. Secondo una ricerca di The Lancet basata su dati spagnoli, italiani e inglesi, avere città con più alberi salva vite umane. Proprio le grandi città spesso sono le zone maggiormente colpite dagli abbattimenti di alberi e di conseguenza da smog ed inquinamento. Secondo il Rapporto 2021 sulla qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), nel 2019 il nostro Paese era il primo per numero di morti per biossido di azoto: circa 10.640 nel 2019, ed è il secondo dopo la Germania per i rischi da particolato fine PM2,5, 49.900 morti. La sfida resta quella di piantare alberi dove serve: è per questo che Rete clima e Coldiretti hanno lanciato un appello alle Amministrazioni pubbliche per mettere a disposizione aree dove realizzare, con il sostegno delle aziende private, gli interventi di forestazione e riforestazione.

Ma una volta piantati, gli alberi vanno seguiti con attenzione per garantire la buona riuscita dell’iniziativa. Per questo è in arrivo una web-app di Rete Clima per il monitoraggio dello stato di salute e di gestione delle foreste urbane. L’applicazione consentirà una rendicontazione sia alle Amministrazioni pubbliche coinvolte sia alle aziende che ne hanno sostenuto la realizzazione. I dati raccolti consentiranno anche analisi sullo stato generale delle foreste, sulla crescita delle piante in rapporto al contesto territoriale e alla specie. Infine, per ampliare il progetto, in autunno nascerà il ForestLab di Rete clima. L’idea è di costruire un laboratorio sperimentale che, attraverso partnership con università e centri di ricerca, perseguirà l’obiettivo di tradurre le conoscenze accademiche in pratiche progettuali e gestionali, in modo da continuare a mettere in campo modelli di forestazione sempre più efficaci e sostenibili.

[di Roberto Demaio]

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