In Svizzera verrà introdotta la tassa minima globale al 15% per le multinazionali. Lo ha deciso il popolo elvetico, votando in modo compatto all’apposito referendum: il sì alla misura ha raccolto il 78,45% delle preferenze. La Svizzera si allinea così al progetto lanciato due anni fa dal G20 e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), a cui hanno aderito decine di Stati, compresi i 27 dell’UE. I cittadini elvetici sono però i primi al mondo a esprimersi in modo diretto, e dunque attraverso un referendum, sul nuovo regime fiscale che dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2024. Saranno coinvolte le multinazionali con un fatturato superiore a 750 milioni di euro; si tratta, secondo le stime delle autorità svizzere, di circa 2000 imprese.
Il progetto della tassa minima è stato lanciato per raggiungere la giustizia fiscale a livello globale. L’aliquota del 15% va considerata come un punto d’inizio, visti i bassi livelli di tassazione alle multinazionali vigenti in decine di Paesi. Diversi cantoni svizzeri sono protagonisti in tal senso: Nidvaldo e Zugo applicano aliquote d’imposta rispettivamente al 9,41% e al 9,55%. La media del Paese elvetico si attesta al 13,5%, un punto percentuale e mezzo inferiore al minimo previsto dall’OCSE. Le autorità svizzere prevedono che le entrate derivanti dall’introduzione dell’aliquota al 15% saranno comprese tra 1 e 2,5 miliardi di franchi. Il 75% dei nuovi fondi finirà nelle casse dei cantoni, mentre il restante 25% rimpolperà il bilancio della confederazione. Una scelta criticata dal partito socialista (PS), che ha invitato i propri elettori a votare “no” al referendum. Secondo il PS, la riforma così formulata aumenterà la concorrenza fiscale tra cantoni. Il governo e gli altri partiti hanno difeso la misura, dichiarando che gli Stati della confederazione finanziariamente deboli beneficeranno delle entrate grazie al sistema di perequazione, dunque il trasferimento di risorse tra cantoni.
[di Salvatore Toscano]
Principianti! In alcune zone d’Italia l’aliquota per le multinazionali (e per le altre aziende) è allo 0%. In alcuni casi addirittura è lo stato italiano a versare una quota per fare rimanere l’azienda in loco.