Più di cento artisti, tra cui Tom Morello e Zack de la Rocha, storici fondatori del gruppo musicale statunitense ‘Rage Against The Machine’, hanno annunciato di voler boicottare qualsiasi luogo adibito ad ospitare concerti che preveda l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale, un software cioè che mappa e analizza una fotografia o un video, identificando il volto di uno specifico individuo. Gli artisti sono preoccupati che l’impiego di tale tecnologia possa violare la privacy di chi partecipa a eventi dal vivo pubblici di così vasta portata e aumentare la discriminazione ai danni delle minoranze.
Il boicottaggio a cui hanno aderito i musicisti – e non solo – è organizzato dal gruppo di difesa dei diritti digitali ‘Fight for the Future’, per cui «le aziende tecnologiche di sorveglianza descrivono gli strumenti che raccolgono dati biometrici come ‘innovativi’ e utili per aumentare l’efficienza e la sicurezza». Ma, come ha specificato Leila Nashashibi, attivista del movimento «è tutto falso. Anzi, questa tecnologia è così imprecisa che in realtà crea più danni e problemi di quanti ne risolva, ma anche se funzionasse perfettamente al 100%, pensare un mondo in cui la privacy è inesistente, dove siamo identificati, osservati e sorvegliati ovunque andiamo, fa paura».
Ci sono casi in cui il riconoscimento facciale pare sia stato perlomeno utile. La cantante Taylor Swift, ad esempio, ha deciso di utilizzarlo durante uno dei suoi tour per identificare alcuni dei suoi stalker – ma non è chiaro se alla fine sia riuscita nel suo intento. In ogni caso, chi chiede che tale tecnologia venga vietata in manifestazioni pubbliche sostiene che i suoi rischi superino sempre e comunque i suoi benefici.
Le discussioni attorno allo sfruttamento dei dati biometrici nei luoghi pubblici sono diventate sempre più frequenti e controverse. In Italia la Camera ha esteso la moratoria sui sistemi di riconoscimento facciale impiegati in luoghi pubblici, che – se la moratoria sarà approvata anche dal Senato – saranno quindi vietati fino al 31 dicembre 2025 – contrastando così le recenti esternazioni del ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, sulla necessità di impiegare il riconoscimento facciale per garantire una maggiore sicurezza.
In Europa, invece, i deputati dell’Eurocamera hanno approvato con 87 voti a favore, 7 contrari e 12 astenuti, l’Artificial Intelligence Act (AI Act), presentato per la prima volta nell’aprile del 2021 dalla Commissione europea e primo provvedimento del suo genere al mondo, atto a regolamentare la potente tecnologia dell’Intelligenza artificiale (IA). All’interno di questo quadro normativo, in via di definizione, i deputati europei hanno espresso la volontà di vietare il riconoscimento biometrico in tempo reale nei luoghi pubblici. Infatti l’UE ha definito i sistemi di identificazione biometrica in spazi accessibili al pubblico come “rischio inaccettabile”, categoria in cui rientra tutto ciò che rappresenta una “chiara minaccia per la sicurezza, i mezzi di sussistenza e i diritti delle persone”.
In tale gruppo rientrano anche i sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano caratteristiche sensibili (sesso, etnia, religione, orientamento politico), social media o telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale, sistemi di polizia predittivi e software di riconoscimento delle emozioni in tutti i contesti, dai luoghi di lavoro alle istituzioni educative, alle frontiere.
[di Gloria Ferrari]