lunedì 22 Luglio 2024

Biden ha detto che Putin sta perdendo la guerra in… Iraq

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha collezionato un’altra gaffe, l’ennesima di una lunga serie di scivoloni che l’ottantenne capo della potenza a stelle e strisce ha inanellato sia prima che durante la sua presidenza. Non a caso, per la sua evidente mancanza di lucidità e di prontezza, il presidente americano è stato soprannominato “Sleepy Joe” dal suo avversario politico Donald Trump. Proprio ieri, intervistato dalla CNN fuori dalla Casa Bianca sulla ribellione del Gruppo Wagner, Biden ha confuso l’Ucraina con l’Iraq, affermando che «Putin sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq». Il che ha suscitato l’ilarità e le critiche dell’opinione pubblica e dei commentatori politici, anche in Italia, dove tuttavia alcuni media hanno cercato di mascherare la gaffe cambiando la traduzione al suo discorso. Biden ha anche aggiunto di non essere sicuro che la ribellione della Wagner abbia davvero indebolito il capo del Cremlino.

Nel video originale la gaffe di Biden è evidente, ma al servizio del TG3 andato in onda nella serata di mercoledì 28 giugno la cronista traduce il discorso del presidente americano in maniera del tutto differente:

Ma non si tratta di certo della prima gaffe del presidente né della più clamorosa: la scorsa settimana, in occasione della visita del primo ministro indiano – Narendra Modi – alla Casa Bianca, lo staff di Biden lo ha accolto con l’inno indiano, ma il presidente, pensando fosse l’inno americano, si è portato la mano sul cuore, togliendola lentamente nella speranza di non essere visto non appena si è accorto che si trattava dell’inno del Paese asiatico. Sempre parlando con la stampa, nel 2021 aveva confuso per ben tre volte la Libia e la Siria mentre stava rispondendo a una domanda della NBC sulle azioni che l’amministrazione intendeva intraprendere contro la Russia. Il presidente ha menzionato gli interventi militari dei russi nel Paese guidato da Bashar Al Assad, ma per tre volte, si è confuso e ha parlato di Libia, disorientando i giornalisti. Per non parlare poi della volta in cui il presidente ha stretto la mano “al vuoto”: al termine di un intervento all’Università della Carolina del Nord, Biden, dopo gli applausi, si è girato per stringere la mano a qualcuno, ma non c’era nessuno. Spaesato ha atteso qualche secondo per poi scendere dal palco. O di quando, nel luglio 2022, atterrato in Israele e sceso dall’aereo, si è guardato intorno disorientato, chiedendo «e ora che faccio?», mentre lo staff gli indicava il tappeto su cui camminare.

Alcuni dubbi circolano anche sulle condizioni di salute di Biden: ad esempio, è di oggi la notizia che soffre di apnee del sonno, e da settimane ha iniziato a fare uso di un apparecchio per la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Cpap). Lo ha reso noto ieri la Casa Bianca, rispondendo a una serie di voci e speculazioni alimentate dalla recente comparsa sul volto del presidente di quelli che erano parsi i segni di una maschera facciale. Tuttavia, i media occidentali ormai da anni alimentano solo indiscrezioni sulle cattive condizioni di salute di Putin, che si sono rivelate poi una vera e propria fake news.

Questa serie di scivoloni ha portato molti a interrogarsi – anche nel mondo liberal – sull’adeguatezza dell’anziano presidente a ricoprire uno degli incarichi più importanti del mondo: le continue amnesie dell’ex vice di Obama, infatti, incidono anche sull’immagine dell’America, contribuendo a dare l’impressione di una potenza in decadenza, perfettamente rappresentata da un capo di Stato poco presente a se stesso. Per quanto riguarda il confronto con la Russia, poi, gli “attacchi” dell’inquilino della Casa Bianca a Putin fatti con strafalcioni geografici e senza rispettare le regole della diplomazia (a mero titolo d’esempio, Biden aveva detto che Putin non poteva restare al potere, auspicando quindi un cambio di regime in Russia) si stanno trasformando in un boomerang, contribuendo a far perdere credibilità in tutto il mondo all’amministrazione USA.

[di Giorgia Audiello]

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