giovedì 21 Novembre 2024

Orsi e lupi in Trentino: la verità dei numeri contro la retorica

I danni provocati da orsi e lupi in Trentino sono calati. Inoltre, il numero di esemplari presenti sul territorio provinciale non sta aumentando in maniera esponenziale: si registra, invece, solo un lieve e fisiologico incremento, in linea con le previsioni. A certificarlo sono i dati presentati all’interno del nuovo Rapporto Grandi Carnivori, finalmente pubblicato dalla Provincia di Trento dopo mesi di sollecitazioni da parte di tecnici e ambientalisti, che sconfessano la narrazione allarmistica resa finora sul fenomeno dalle autorità provinciali, ansiose di ottenere il permesso per procedere ad abbattimenti indiscriminati sull’onda di una presente emergenza di pericolo per gli abitanti delle zone.

Il rapporto, che offre una dettagliata fotografia su numeri, tendenze e abitudini di tutti i grandi carnivori (tra cui anche la lince e lo sciacallo dorato), sottolinea come l’entità dei danni causati insieme da lupi e orsi in ambito provinciale non superi nemmeno i 150mila euro. ”Al momento della stesura del presente rapporto – si legge nel documento – sono stati liquidati 145.679,52 € di indennizzo, di cui 76.786,51 € per danni da orso e 68.893,01 € per danni da lupo”. Una situazione che, specie in relazione agli anni passati, si dimostra essere dunque sotto controllo: ”I dati relativi al numero di danni 2022 fanno registrare, rispetto al 2021, una sostanziale stabilità per l’orso e un calo del 15% per il lupo”, è scritto nella relazione.

Il report chiarisce che la popolazione complessiva degli esemplari di lupi ed orsi in Trentino è incrementata solo di poco. Per quanto riguarda gli orsi, si parla, infatti, di 25 nuovi cuccioli nel 2022, di cui 2 peraltro già morti (”un cucciolo dell’anno è deceduto per investimento stradale”, un altro cucciolo “è scomparso per cause sconosciute”): nel 2020 erano stati 22-24. I dati non sono comunque chiari: ”Il monitoraggio del 2022 – viene scritto nel rapporto – condotto in un quadro che prevede il monitoraggio genetico intensivo ad anni alterni […] non consente di effettuare una nuova stima della popolazione con i criteri utilizzati in altri anni. L’alto numero di cucciolate suggerisce peraltro un possibile proseguimento del trend positivo finora registrato (ultima stima disponibile: 73-92 esemplari, piccoli dell’anno esclusi, a fine 2021)”.

Sul versante lupi, la relazione attesta come i branchi siano leggermente aumentati di numero: prima erano 26, adesso sono 29. Ma si conferma come, essendosi ampliato il loro raggio d’azione, 5 di essi abbiano “gravitato sul territorio Trentino in misura marginale“: si tratta, nello specifico, dei “gruppi familiari” presenti “nelle aree di Campobrun e nella Lessinia orientale (gravitanti più nelle limitrofe province di Vicenza e Verona)”, in quelle “Agordino-Cereda e Vette Feltrine-Val Noana (gravitanti più nella limitrofa provincia di Belluno)” e “nella zona Baldo-Novezza (gravitante più nella limitrofa provincia di Verona)”. Se nel 2021 se ne inquadravano 175 (con la segnalazione di 10 decessi), nel 2022 è stata attestata la presenza di 194 esemplari. Nel corso dell’anno ne sono stati trovati morti 14: 6 maschi, 7 femmine e 1 indeterminato, principalmente a causa di investimenti stradali o ferroviari e cause naturali. Insomma, rispetto al periodo precedente se ne contano solo una ventina in più.

Per quanto riguarda l’attività degli orsi classificati come “problematici“, nel 2022 sono stati monitorati intensivamente alcuni esemplari, tra cui M62 e F43 – un maschio e una femmina nati nel 2018 -, e la nota JJ4, considerata al momento “l’esemplare più pericoloso”. Nel report si legge che M62, dopo essere stato “radiocollarato”, già nel 2020 e nel 2021 è stato “sottoposto a costante attenzione” e a “ripetute azioni di dissuasione quando si rendeva protagonista di comportamenti indesiderati, come l’ingresso in centri abitati”. Tali azioni di dissuasione, però, “non sembrano aver sortito gli effetti auspicati” e, nel 2022, il comportamento dell’animale “si è confermato”. F43, invece, è deceduta il 5 settembre dell’anno scorso, nell’ambito “di un’attività di cattura dell’esemplare allo scopo di sostituire il radiocollare”. L’orsa è infatti morta “durante l’anestesia nonostante i tentativi di rianimazione dell’equipe veterinaria presente”, probabilmente a causa di un “soffocamento a seguito della compressione delle vie respiratorie indotta dalla posizione assunta all’interno della trappola tubo nel momento in cui il narcotico ha avuto effetto”.

Dopo un ping-pong di pronunce, lo scorso maggio il Tar di Trento ha deciso di sospendere l’uccisione di JJ4 e di un altro orso, MJ5, accogliendo la domanda cautelare avanzata da una serie di associazioni animaliste. Per contro, solo pochi giorni fa, l’assessora provinciale all’Agricoltura, Foreste, Caccia e pesca Giulia Zanotelli, in accordo con il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, ha espresso la volontà da parte della giunta di apportare “alcune modifiche” alla legge provinciale del 2018, così da consentire una maggiore celerità ed efficacia nella gestione di esemplari problematici o pericolosi di grandi carnivori, dunque orsi o lupi”. Il tiro alla fune continua.

[di Stefano Baudino]

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