giovedì 21 Novembre 2024

Esplosione Nord Stream, gli inquirenti: “trovato esplosivo compatibile su barca tedesca”

Proseguono le indagini per trovare i responsabili delle esplosioni dei gasdotti Nord Stream (NS) nel Mar Baltico: si tratta dei gasdotti russo-tedeschi costruiti dalla Russia per portare il proprio gas direttamente in Germania e in Europa, aggirando Ucraina, Polonia e altre nazioni che avevano legami ostili con Mosca. I gasdotti sono stati fatti esplodere il 26 settembre 2022. In una lettera del 10 luglio, Germania, Danimarca e Svezia, che stanno indagando sulle esplosioni, hanno consegnato al Consiglio di sicurezza dell’Onu il rapporto sul sabotaggio dei NS 1 e 2. Lo ha riferito il settimanale “Der Spiegel”, ricordando che le procure generali dei tre Paesi stanno indagando sugli attacchi contro le infrastrutture. I funzionari hanno affermato che tra i campioni prelevati dall’Andromeda – lo yacht noleggiato in un porto tedesco da un gruppo di persone con passaporti bulgari – sono state scoperte tracce di esplosivo utilizzato per le detonazioni subacquee. Si tratta delle stesse tracce che erano state segnalate a Bornholm, l’isola danese, prima delle esplosioni.

Nella lettera si afferma comunque che «non è ancora possibile dire quando saranno concluse le indagini, poiché «la natura degli atti di sabotaggio è senza precedenti e le indagini sono complesse». Tuttavia, molti indizi smentiscono ormai il ruolo della Russia nell’attentato – sostenuto dalle istituzioni e dai media occidentali subito dopo l’accaduto – per spostarsi sulla pista ucraina. Secondo quanto riferito, a maggio la polizia tedesca ha fatto irruzione in un appartamento nella città orientale di Francoforte sull’Oder, indagando su una donna il cui ex fidanzato era un soldato ucraino. Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Die Zeit e dal Wall Street Journal, il soldato era tra i membri dell’equipaggio dell’Andromeda prima delle esplosioni. Similmente, il 13 giugno, l’emittente pubblica olandese NOS, insieme a Die Zeit e all’emittente tedesca ARD, ha riferito che un anno prima la principale agenzia di intelligence olandese aveva ricevuto una soffiata secondo cui era in corso un piano segreto di agenti ucraini per prendere di mira i gasdotti. L’agenzia olandese avrebbe inoltrato la soffiata alla CIA la quale a sua volta avrebbe intimato ai funzionari ucraini di non ultimare l’operazione. Le controparti ucraine avevano quindi comunicato che avrebbero interrotto i piani per l’attacco, ma a settembre si sono verificate le esplosioni. Questa versione è stata confermata sia dal Wall Street Journal che dal New York Times, citando funzionari statunitensi anonimi.

Fin dall’inizio, alcune testate avevano fatto notare come fosse difficile pensare che Mosca avesse potuto sabotare i suoi stessi gasdotti costati peraltro miliardi e miliardi di euro e L’Indipendente stesso aveva pubblicato un lungo articolo in cui si spiegava che i maggiori beneficiari della detonazione dei gasdotti erano stati Polonia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna e Stati Uniti. Da tempo gli USA esercitavano pressioni sul governo tedesco per non approvare il NS 2 e mal tolleravano il funzionamento del NS 1 che rendeva troppo vicine Russia e Germania a scapito dell’alleanza politico-militare e della cooperazione commerciale con gli USA. Così, il segretario di Stato, Antony Blinken, a Washington, dopo le esplosioni, aveva dichiarato che «è una straordinaria opportunità per rimuovere una volta per tutte la dipendenza dall’energia russa e quindi togliere a Vladimir Putin l’armamento dell’energia come mezzo per far avanzare i suoi progetti imperiali». Lo stesso presidente Biden, il 7 febbraio 2022 aveva affermato pubblicamente che «se la Russia invade l’Ucraina, non ci sarà più alcun NS 2, porremo fine a tutto questo».

Gli investigatori danesi, tedeschi e svedesi hanno fatto sapere che le indagini proseguiranno. Tuttavia, è difficile credere che si arriverà realmente a risultati concreti, considerando gli enormi interessi che ci sono in gioco e che i Paesi che stanno investigando potrebbero essere stati coinvolti, a diverso titolo, nell’operazione. Se non si conoscono ancora i veri responsabili dell’attacco – e forse non si conosceranno mai – si conoscono, invece, vincitori e sconfitti dell’atto di sabotaggio: tra i primi certamente, i gi citati Paesi Baltici, Polonia, Gran Bretagna e Stati Uniti; tra i secondi la Germania che sta subendo un forte rallentamento economico – tanto da essere in recessione tecnica – con rischi di ripercussione su buona parte delle nazioni europee, Italia compresa.

[di Giorgia Audiello]

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