giovedì 21 Novembre 2024

Tassare i grandi patrimoni: l’iniziativa dei cittadini europei arriva a Bruxelles

Una proposta di legge redatta da decine di associazioni europee è stata giudicata ammissibile da parte della Commissione per iniziare l’iter come proposta di legge popolare. Si tratta della norma che prevede una tassazione speciale verso i grandi patrimoni e gli extraprofitti delle aziende europee al fine di generare proventi da utilizzare per misure in favore dell’ambiente e dell’equità sociale, allo scopo dichiarato di far pagare la transizione ecologica ai grandi patrimoni piuttosto che ai cittadini. Secondo le regole europee ora partirà la raccolta firme: un milione quelle necessarie complessivamente, da raccogliere in almeno sette Paesi europei. La raccolta firme dovrà partire entro sei mesi e ottenere le adesioni necessarie entro un anno: se andrà in porto la Commissione dovrà obbligatoriamente decidere se dare o meno seguito alla richiesta, giustificando ogni passaggio valutativo.

L’ICE è un importante strumento di democrazia partecipativa, con cui i cittadini possono avere più voce in capitolo nella definizione delle politiche dell’UE che incidono sulla loro vita. È grazie a questo ‘mezzo’ che lo scorso marzo un gruppo di economisti, attivisti, politici e milionari hanno potuto registrare la propria proposta, con l’obiettivo di convincere l’UE ad adottare un’imposta annuale permanente sul patrimonio delle maggiori fortune. Così da ridurre la povertà e la disuguaglianza all’interno dei Paesi e permettere loro di affrontare la crisi climatica con più risorse.

Secondo Thomas Piketty, economista francese e fra i promotori dell’iniziativa «i più ricchi pagano meno tasse di tutti gli altri, visto che la loro ricchezza cresce e gran parte di essa è sotto tassata o addirittura non tassata». In pratica, i ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri. Dichiarazione supportata da un’enorme mole di dati. Basti pensare che nel biennio 2020-2021 l’1% più ricco globale ha beneficiato di quasi due terzi dell’incremento della ricchezza netta aggregata – sei volte la quota di incremento che ha interessato le imposte patrimoniali dei 7 miliardi di persone che compongono il 90% più povero dell’umanità. E che negli ultimi 10 anni, i miliardari hanno raddoppiato la propria ricchezza in termini reali, registrando un incremento del valore delle proprie fortune superiore di quasi sei volte a quello registrato, su scala globale, dal 50% più povero della popolazione. In altre parole, come analizza Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, per ogni 100 dollari di incremento della ricchezza netta negli ultimi 10 anni, 54,40 dollari sono andati all’1% più ricco e solo 0,70 dollari al 50% più povero.

Una condizione in cui, grossomodo, versa anche l’Italia, Paese in cui la povertà assoluta è più che raddoppiata in 16 anni e il caro-vita sta erodendo il potere d’acquisto di gruppi sociali più fragili – e di tanti lavoratori i cui salari non tengono il passo con l’inflazione.

Tradotto in numeri, alla fine del 2021 la distribuzione della ricchezza nazionale netta vedeva il 20% più ricco degli italiani detenere oltre due terzi della ricchezza nazionale (68,6%), il successivo 20% era titolare del 17,5% della ricchezza, lasciando al 60% più povero dei cittadini appena il 14% della ricchezza nazionale.

Detta altrimenti, come si legge nel report di Oxfam, “il top-10% (in termini patrimoniali) della popolazione italiana possedeva oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione, e la ricchezza del 5% più ricco degli italiani era superiore a quella detenuta dall’80% più povero”. Potremmo andare avanti all’infinito, ma è piuttosto chiaro che cambiando la prospettiva e restringendo il campo, il risultato comunque non cambia.

Eppure, la stessa confederazione stima che basterebbe una piccola tassa annuale sui super patrimoni europei, divisa per fasce di ricchezza, per raccogliere quasi 250 miliardi di euro all’anno. Una gran bella somma, che cambierebbe le sorti di molte persone e dell’ambiente che le circonda.

[di Gloria Ferrari]

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2 Commenti

  1. L’accumulo di risorse in sé non è esecrabile. Senza i ‘furbi’ che accumulano denaro non ci sarebbero stati, probabilmente, molti artisti e filosofi del passato. Quando però l’accumulo da fisiologico diventa patologico, ecco che i beneficiari dell’accumulo perdono contatto con la realtà e credono di essere divini (divini?). Un esempio tra tutti la cassandra ‘Bill Gates’ che adesso vuole persino oscurare il sole con nubi artificiali. Benvengano (anche se dubito che accada) tutti gli strumenti atti a taglieggiarli.

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