Denti strappati, code tagliate e castrazioni senza anestesia. Alcune pratiche perpetrate sugli animali negli allevamenti e nei macelli sembrano uscite da un film dell’orrore, ma in Italia sono considerate perfettamente legali. Violenze provate dal lavoro, anche sotto copertura, che associazioni per i diritti degli animali come Essere Animali e Animal Equality Italia portano avanti. Denunce provate e documentate con testimonianze, video e foto che provengono da dentro gli allevamenti.
Tra le pratiche legali ma piene di sofferenza che riguardano i suini c’è l’estrazione di denti senza anestesia. L’operatore di un allevamento raccoglie il maialino, gli apre la bocca e gli strappa direttamente i denti con le pinze. A questa prassi si aggiunge poi il taglio della coda e la castrazione, anche queste senza anestesia. È questo ciò che succede in un gran numero di allevamenti intensivi, nonostante il fatto che le pubblicità continuino a raffigurare gli animali allevati su prati verdi e soleggiati.
Le scrofe sono trattate come vere e proprie macchine da parto. Vengono inseminate artificialmente a cicli regolari e, una volta terminata la gravidanza, vengono immediatamente private dei loro cuccioli. Le condizioni di vita sono pessime: capannoni bui e sporchi e gabbie talmente piccole che a volte l’animale non riesce nemmeno a girarsi su sé stesso. Sorte simile per i vitellini: appena nati vengono immediatamente separati dalle loro madri e vengono privati del loro latte, in quanto serve all’industria per il consumo umano. A pochi mesi di vita vengono poi inviati al macello. Le condizioni denunciate trovano riscontro anche in un rapporto pubblicato da Eurogroup for Animals, un’organizzazione paneuropea che si occupa di tutelare i diritti degli animali.
I polli destinati al consumo umano sono chiamati “broiler”. Sono un ibrido commerciale creato dall’industria dopo anni di selezione genetica. Tali polli, sterili e non presenti in natura, crescono così velocemente che a soli 40 giorni i pulcini hanno già le sembianze adulte. Spesso accumulano così tanto peso che non riescono ad alzarsi da terra e non riescono quindi ad arrivare ad acqua e cibo. In molti muoiono per problemi cardiaci ed infezioni legati alla crescita spropositata e alle pessime condizioni di allevamento. Un’indagine condotta dall’associazione Essere Animali in due allevamenti intensivi situati nel nord Italia ha confermato le condizioni denunciate da Animal Equaltity e ha consentito la proposta di adesione di LIDL all’European Chicken Commitment (ECC).
I pesci allevati per il consumo alimentare non proveranno mai la sensazione di nuotare nelle profondità dei mari. Migliaia di specie diverse vengono allevate fino a due anni in vasche di terra o gabbie di rete in mare, in cui vengono fatti riprodurre e crescere. In ognuna di queste gabbie possono vivere fino a 300mila pesci. Le condizioni sono estreme. I pesci vivono in uno spazio vitale ridotto e per via dello stress spesso presentano comportamenti aggressivi. Alcuni sono addirittura ricoperti da parassiti e soffrono di infezioni batteriche causate dalla scarsa igiene e dal sovraffollamento. Inoltre, secondo alcune indagini, le tecniche di abbattimento presentano ancora forti limiti.
Le pratiche più forti avvengono nei macelli. Gli animali, spaventati e consapevoli che stanno andando incontro alla morte, sono forzati ad entrare nella camera di stordimento. L’esecuzione a volte avviene davanti agli occhi dei propri compagni, ancora del tutto coscienti nonostante la legge italiana lo vieti espressamente. I metodi di stordimento possono risultare del tutto inefficaci, provocando sofferenze atroci agli animali. Molto spesso vengono condotti al macello anche animali in stato di gravidanza: secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, in Europa le mucche gravide ad essere macellate in via del tutto legale sono il 3% del totale, percentuale che si alza in Italia, dove si attesta al 4,5%.
[di Roberto Demaio]
Siamo dei mostri!
Dopo aver visto qualche video sul trattamento degli animali nei macelli ho deciso di non mangiare più carne … non voglio essere complice di questi orrori.
Credo occorra arrivare a leggi che impongano una morte istantanea per gli animali e che siano vietate tutte quelle pratiche che li terrorizzano prima di essere uccisi.
Sono anche deluso e rattristato dalla totale insensibilità di gran parte degli umani con riguardo alle sofferenze inflitte agli animali, non solo nei macelli ma anche nella vita normale di tutti i giorni.
La lettura di questo articolo mi ha lasciata davvero senza parole e molto triste. Sono molto delusa per come siano maltrattati gli animali da macello e che non si possa dare loro un po’ di dignità anche nel morire…speriamo che in futuro possa migliorare tale situazione…. Manteneteci aggiornati su questi argomenti…la gente deve sapere, conoscere.
Davanti alla legge del profitto nulla che porti alla sofferenza e alla morte appare degno. Ho sempre guardato ad un allevamento come ad un lager nel quale nessuna pratica sarebbe ‘accettabile’ poiché parte di un sistema insopportabile di sfruttamento. Abbiamo anzi dobbiamo fare delle scelte, che possono sorgere da numerose motivazioni, una di queste è etica, pensando al diritto negato e alla dignità calpestata di esseri senzienti, come documenta l’articolo.
Tra la totale indifferenza oppure il pensiero che ci sono modi più ‘giusti’ per farli soffrire e per portarli alla morte c’è un’ altra via: nel nostro piccolo quotidiano possiamo dire “non nel nostro nome”.