martedì 3 Dicembre 2024

Caldo record fino a 50°C? I meteorologi smontano la bufala gonfiata dai media

È innegabile che le giornate di luglio appena trascorse siano state torride in tutta Europa. Eppure, sembra che, archiviato il Covid, con la guerra nucleare in stallo, ora il caldo venga utilizzato come nuovo spauracchio per terrorizzare le persone e alimentare la corsa ai click con l’ennesima emergenza mediatica. Come per le varianti del virus, ora la staffetta passa per i nomi degli anticicloni, altrettanto spaventosi, tratti dalle fiamme mitologiche dell’inferno, portatori di temperature roventi: Cerbero, Caronte, ecc. Dai TG ai quotidiani, si sente infatti parlare di “Bolla di fuoco”, “Tempesta di caldo”, “Settimana di fuoco”, ovunque. Campeggiano grafici del Mediterraneo completamente rossi, se non addirittura neri, e si utilizzano con disinvoltura parole come “estremo” e “fatale”. Vengono annunciate temperature fino ai 50°C e oltre in tutta l’Europa meridionale, ma si tratta di una bufala totale, come avvalorato dai dati reali e spiegato anche da due dei principali meteorologi italiani.

Se da un lato è verosimile che anche questa estate – come ha sottolineato l’Organizzazione Meteorologica Mondiale – abbia segnato l’ennesimo record in fatto di temperature medie globali, dall’altro è evidente quanto nell’informazione mainstream stia prendendo piede l’ennesima deriva allarmistica che non fa altro che aumentare lo scetticismo. A Milano, il 16 luglio, la temperatura era di 29°C, un valore che non si discosta molto da quello registrato negli anni precedenti. Nel 2022, nel 2020, nel 2019 e nel 2013 le temperature erano state simili o addirittura superiori. Questi dati dimostrano che picchi di temperatura, specie in un contesto di riscaldamento globale, non sono poi così eccezionali.

Le osservazioni delle temperature su alcune singole città potrebbero comunque apparire fuorvianti, tuttavia, a venire in soccorso del buonsenso sono stati anche alcuni tra i meteorologi più in vista d’Italia. La puntata di Agorà Estate del 17 luglio su RaiTre ha contribuito a gettare luce su questa questione. Il conduttore Lorenzo Lo Basso ha definito la giornata in questione come la “più calda del secolo”, ma il capitano del servizio meteorologico dell’Aeronautica militare, Stefania De Angelis, ha mantenuto un tono moderato e ha sottolineato che ondate di calore come questa sono già state sperimentate in passato.

È stata poi la volta del meteorologo de La7, Paolo Sottocorona, che con ironia ha smentito gli annunci troppo allarmistici: «E anche oggi non abbiamo raggiunto i 47°C», ha esordito in diretta, prima di aggiungere: «I giornali stranieri parlano di caldo infernale in Italia? Questo dipende dal fatto che leggono i giornali italiani, altrimenti non scriverebbero sciocchezze di questo genere. Il caldo salirà un po’ fino a mercoledì e giovedì uguale ma non penso ai livelli che vengono minacciati, perché quelle non sono notizie, ma minacce».

Dichiarazioni che evidentemente non sono piaciute ai padroni del discorso mediatico. La sua vena polemica lo ha fatto passare nientemeno che per un “negazionista del cambiamento climatico”, accusa dalla quale ha dovuto difendersi in un’intervista a La Repubblica, sottolineando che «La crisi del clima è grave. Ma non serve sparare temperature esagerate», rincarando la dose: «Chi inventa nomi come Caronte e preannuncia che arriveremo a 47°C sapendo che non è vero, solo per avere più clic al proprio sito, andrebbe denunciato per procurato allarme».

Un altro esperto che ha contribuito alla discussione è il celebre colonnello Mario Giuliacci, probabilmente il più famoso meteorologo italiano con un’esperienza pluridecennale, nonché docente di Fisica dell’atmosfera. Secondo Giuliacci, le previsioni di temperature di 50 gradi centigradi in Italia sono infondate e si basano su un errore di interpretazione di un’immagine satellitare dell’ESA. L’immagine mostrava temperature di 46-48°C al suolo, ma si riferiva alla temperatura del suolo stesso e non dell’aria a 2 metri di altezza, che è quella comunemente considerata nelle misurazioni meteorologiche «e che è almeno 10°C più bassa di quella del suolo». Le temperature dell’aria saranno alte, ma non raggiungeranno livelli così estremi come quelli riportati in alcuni resoconti sensazionalistici. Per Giuliacci non esiste neppure alcuna tempesta di caldo in arrivo: «Anche questa è una bufala», dovuta a «un errore nella comprensione dei dati ESA», ha spiegato il colonnello.

In conclusione, affinché i lettori si fidino di quanto dichiarato, una sana informazione dovrebbe evitare un approccio emergenziale. È provato, infatti, che siamo in un contesto di clima che cambia e dove gli eventi metereologici estremi (di cui i picchi di calore fanno parte) aumentano di frequenza, ma “dare i numeri” non aiuta. Ad esempio, è vero che le ondate di calore mettono a rischio le fasce più vulnerabili della popolazione (in Europa sarebbero stati registrati oltre 60mila decessi legati al caldo nel solo 2022). Proteggere i più deboli da un calore eccessivo, e sempre più frequente, dovrebbe però andare di pari passo anche col proteggerli dalla disinformazione. Altrimenti si rischia l’effetto opposto, e sappiamo tutti come è andata a finire la storia di “al lupo al lupo”.

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10 Commenti

  1. Il 26 Luglio a Palermo si sono toccati 46 gradi all’ombra a Siracusa 49. Ma il fatto non sono le temperature perchè in passato si sono registrate altre volte queste temperature il fatto è che da noi il clima è cambiato in modo generale. A Giugno è piovuto per 2 settimane di seguito io ho 55 anni e non era MAI successo, almeno nell’ultimo mezzo secolo, l’anno scorso lo scirocco ha cominciato a soffiare a giugno e, tranne qulache giorno di pausa, ha smesso a inizio settembre, anche questo non era mai successo. Oggi abbiamo 30gradi domani sono previsti 17gradi alle 6 del mattino e 35 alle 12, dopo 6 ore. NON sono le temperature alte la novità in passato le abbiamo avute ma erano 2-3 giorni l’anno e il clima poi era STABILE adesso è per come l’ho descritto!!!

  2. L’aumento delle temperature nelle città si deve anche alla cementificazione selvaggia e al taglio indiscriminato degli alberi. Al loro posto, negli sparuti giardini pubblici, vengono piantati “alberelli” che a chiamarli tali ce ne vuole

  3. Articolo molto interessante. Come sempre all’insegna della ricerca della Verità e di manipolazioni/mistificazioni mediatiche create ad arte per fini e scopi oramai pressoché noti a tutti, da queste parti.
    Trovo i commenti al seguito e sullo “scottante” argomento (con certo diverse personali sottolineature ed interpretazioni possibili…) molto “all’altezza”: intelligenti, ponderati, con buon pensiero critico, arricchiti alle volte di esperienze personali e con un buon livello di consapevolezza.
    Mica male!
    Al contrario, in altri canali d’informazione vige in maniera ferrea il pensiero e la narrazione unica (“pro-sistema” o “anti-sistema” poco importa): per forza si deve trovare ragione e corrispondente cieco e furente sostegno al vessillo di QUELLA SOLA IDEA. Nonostante in alcuni di questi siti/giornali vi si possano trovare valenti autori, il livello medio è molto basso e l’aria che si respira è pesante e malsana: trasuda astio, chiusura mentale, lotta personale, insensibilità, …
    Per fortuna all’Indipendente si respira un’altra e ben diversa aria.
    Qui, nel tempo, si possono anche modificare le proprie opinioni; e si possono trovare articoli sullo stesso tema con “sapori” e sfaccettature giornalistiche differenti, ma, sempre all’insegna di una alta professionalità, con alla base sempre intenzioni “in-formative” benefiche: di grande utilità e maturità. Ecco la differenza. Qui il vessillo è a-personale, non egoico e non finalizzato al profitto.
    Continuo a scorgere i fondanti valori in difesa degli ideali di Giustizia e Verità, benessere, bellezza e prosperità per l’essere umano, i popoli e il pianeta. E per me questo è tutto ciò che conta.

    Grazie all’Indipendente e a tutti voi della Comunità.

    • Sono d’accordo che la spettacolarizzazione serve soltanto a fare ascolto e non fare informazione. I media generalisti dissociano sempre la narrazione del presente dagli approfondimenti che permetterebbero di capirne le cause. Parlare del caldo fa spettacolo e colore locale quanto parlare dei saldi o degli addobbi natalizi. Gli approfondimenti sull’antropocene stanno sempre altrove, così che non sia dato creare il nesso tra un disagio forte (il caldo), le cause (la diversa meteorologia creatasi a seguito dell’aumento della temperatura dell’atmosfera a causa dell’immissione di CO2 derivante dai combustibili fossili, dagli allevamenti intensivi ecc) e le misure da prendere per affrontarlo (innumerevoli: la presenza di alberi, il coibentamento degli edifici, una diversa organizzazione delle attività, ecc ecc). Mancando sistematicamente il nesso, giornalisti e conduttori di talk show possono continuare a scrivere e parlare, garantendo la loro sussistenza, e le decisioni politiche che vanno nella direzione esattamente opposta ad affrontare il problema passano nell’indifferenza e incomprensione generale.

  4. Non si può e non si deve, nell’ottica di un’informazione corretta volta a fare capire la situazione, cadere nelle maglie del sensazionalismo, con titoli ‘bellici’ e giocando a chi spara il numero più alto (o più basso). Questo risulta controproducente perché poi rischia di dare credito al riduzionismo climatico (fino al negazionismo), che infanga ogni discorso serio sul disastro -come lo vogliamo chiamare?- nel quale ci troviamo. Penso semplicemente occorra documentare il cambiamento che stiamo vivendo con gli strumenti di un giornalismo che faccia informazione. Un conto è dire cose false, un altro non (propriamente) corrette. Nel secondo caso ci si può correggere senza compromettere la sostanza. Sebbene le argomentazioni dell’articolo, volto a criticare certe notizie, siano condivisibili, non sono solo d’accordo quando in conclusione afferma che “una sana informazione dovrebbe evitare un approccio emergenziale”: il problema è l’utilizzo di questo approccio per biechi fini di spettacolarizzazione mediatica. Esistono considerazioni serie che documentano la questione per quello che è, senza aver paura di apparire troppo ‘emergenziali’ o troppo ‘mainstream’ come qualcuno erroneamente pensa (in riferimento a certi commenti che si ritrovano su questa fonte d’informazione).

  5. Non sono affatto un’esperta, ma oltre alle temperature, qualche specialista potrebbe commentare il grado di umidità stile paese caraibico e dirci se ha qualche connessione con le piogge anomale verificatesi in buona parte del centro nord a maggio? Ho idea che più che le temperature la sensazione di soffocamento derivi dal grado di umidità. In generale, come per la faccenda covid, manca un dibattito scientifico trasparente sulla questione climatica, incluso (ma naturalmente è il mio pensiero!!) l’influenza di alcune probabili sperimentazioni di geoingegneria. Quest’ultimo argomento poi è divenuto il nuovo taboo in voga e solo citando il temine, l’incauto dubbioso si guadagna automaticamente il titolo di ‘negazionista del cambiamento climatico’, di soggetto irrazionale e antiscientifico, ‘terrapiattista’ e chi più ne ha più ne metta…oltre ai venditori di plexiglas che hanno fatto fortuna durante la ‘pandemia’, adesso goiranno i venditori di climatizzatori. Alla faccia del green!

  6. Sono d’accordo con alcune riflessioni, ma mi permetto di far notare che a Milano e hinterland in questi tre, quattro giorni, le temperature massime erano tra 35 e 37 gradi. Ieri a Lugano (Svizzera) 34. Quarant’anni fa a Milano non si registravano temperature del genere. Perciò sarà che non si arriva a 45 o 50 gradi, ma di fatto le temperature sono aumentate di qualche grado.

  7. Qualche articolo fa il ‘popolo’ dell’Indipendente si scagliò contro quelle interpretazioni fatalistiche che vogliono condurre ad un’urgenza climatica basata sul terrore. Questo articolo, a mio parere, descrive bene il punto di vista degli ‘Indipendentisti’: il mainstream gonfia ad arte eventi pressoché normali per piegarli alle esigenze del loro racconto, pilotato dall’alto. Chi legge l’Indipendente si rifiuta di prendere per oro colato qualsiasi informazione che arrivi dall’alto ma, piuttosto, preferisce discutere di numeri e compararli fra di loro. Spero che un articolo ancora più dettagliato, contenente dati e tabelle di confronto, venga pubblicato nei prossimi giorni. Grazie

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