All’Isola d’Elba quest’anno è stato registrato un nuovo record nella nidificazione di tartarughe marine Caretta caretta. Si tratta di una specie che fino al 2016 era in pericolo d’estinzione e importante per il mantenimento degli equilibri marini. Cinque le nuove nidificazioni scoperte, le cui schiuse sono previste tra metà agosto e metà settembre. Per poter monitorare le spiagge e la nascita delle tartarughine, l’associazione Legambiente rende noto che saranno però necessari molti più volontari di quelli attualmente attivi. L’appello è rivolto a tutti gli Elbani, a tutti gli ospiti dell’associazione e agli operatori turistici che possono diventare volontari.
Le Caretta caretta sono particolari tartarughe marine caratteristiche dell’Isola d’Elba ma presenti anche nell’oceano Atlantico, Indiano e Pacifico. La loro lunghezza è tra i 100 e i 150 cm. Trascorrono la loro vita in profondità, tornando a galla soltanto per respirare. Sott’acqua possono raggiungere la velocità di 35 km/h e sono animali onnivori. La specie era considerata a rischio estinzione fino al 2016 ma ora è fortunatamente fuori pericolo. In tutta la Toscana c’è la possibilità di nidificazione. Sono stati registrati tentativi da Tirrenia (PI) fino a Capalbio (GR). Una pubblicazione dell’Osservatorio Toscano Biodiversità contiene informazioni utili ad individuare eventuali nidificazioni, che solitamente avvengono tra il mese di giugno e quello di settembre. Il fine è proteggere le covate per i 60 giorni necessari alla schiusa. Tra mezzanotte e le 6:00 del mattino, le tartarughe scelgono una spiaggia (talvolta anche attrezzata per i turisti) e depositano fino a 120 uova a circa 50cm di profondità tra i 5 e i 20 metri dalla battigia.
Nonostante lo stupore provocato dalle nascite nel 2021 e nel 2022, nel 2023 per l’Isola d’Elba è un record: ci sono state 5 nidificazioni a Galenzana, Marina di Campo e Fetovaia, Lacona e spiaggia del Capitanino. Le schiuse sono previste tra metà agosto e metà settembre, e alcune saranno molto ravvicinate tra loro. Questo comporta però che i “tartawatcher” organizzati da Legambiente dovranno essere molti di più. È necessario monitorare fin da subito le spiagge (1 ora la mattina presto) e poi la nascita delle tartarughine (in turni di 6 ore per 2 persone h24). È per questo che mercoledì 20 luglio alle 17:00 Legambiente Arcipelago Toscano spiegherà a tutti gli interessati come si può partecipare al volontariato volto a conservare una specie importante per il mantenimento degli equilibri marini.
[di Roberto Demaio]