L’Organizzazione mondiale della sanità, in collaborazione con l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (AIRC), il 14 luglio ha classificato come “possibilmente cancerogeno per l’uomo” l’Aspartame, edulcorante artificiale utilizzato per il suo potere calorico basso in tutta una serie di prodotti di largo consumo, a partire dalle bibite senza zucchero. Tuttavia, il Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) ha ribadito che non ci sarà nessun cambiamento riguardo all’assunzione giornaliera, che rimarrà accettabile nella soglia 40 mg per chilo di peso corporeo. Il problema è che il gruppo di esperti dello JECFA è pieno di dirigenti in conflitto d’interesse diretto con la Coca-Cola Company, azienda produttrice della Coca-Cola Zero, bibita che utilizza l’aspartame come dolcificante. A provarlo una inchiesta di Us Right to Know (URSTK), un gruppo indipendente di giornalismo investigativo sui temi di salute pubblica, che ha documentato come 6 esperti su 13 dello JECFA siano in stretti rapporti commerciali con Coca-Cola, inclusi presidente e vicepresidente dell’ente.
L’Aspartame è un edulcorante artificiale usato principalmente nelle bibite “zero zuccheri”, come la Coca-Cola zero. È una sostanza circa 200 volte più dolce dello zucchero. A seguito di un dibattito scientifico che dura decenni e che ha coinvolto comitati scientifici e associazioni internazionali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato l’Aspartame come “possibilmente cancerogeno”, ma il Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari JECFA, che agisce sotto l’egida congiunta della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha ribadito la sicurezza dell’uso.
Secondo URSTK, storico portale d’inchieste statunitense, questo paradosso potrebbe trovare risposta nel conflitto d’interesse: sei membri del Comitato su tredici, tra cui il presidente Diane Benford e il vicepresidente Richard Cantrill hanno legami con ILSI (International Life Sciences Istitute), un’organizzazione senza scopo di lucro finanziata da aziende con sede a Washington DC e in stretto legame con la Coca-Cola, di cui è considerata sostanzialmente una lobby sotto debolissima copertura: è stata fondata nel 1978 da Alex Malaspina, ex vicepresidente senior di Coca-Cola che ha lavorato per l’azienda fino al 2001. Dal 2009 al 2011 il presidente dell’ILSI era anche vicepresidente degli affari scientifici e normativi globali di Coca-Cola e nel 2015 il presidente Rhona Applebaum, che era anche capo ufficiale dell’ufficio scientifico salute Coca-Cola, si è ritirata dopo che una inchiesta pubblicata sul New York Times ha riferito che l’azienda ha tentato di spostare la colpa delle obesità dalle bevande zuccherate. Sempre secondo URSTK, citando cinque studi scientifici, l’ILSI opererebbe anche come gruppo di pressione per l’industria alimentare.
[di Roberto Demaio]
Anche i vaccini erano sicuri…
condivido… un buon metodo per combatterli è non comprare questi prodotti (e molti altri…)
Siedono nei governi di tutto l’Occidente, figuriamoci se non siedono negli organismi di controllo
Se fossero tutti come me, la merda-cola non venderebbe una singola lattina nel nostro paese.