Il Ghana è diventato il 29esimo paese africano e il 124esimo al mondo ad abolire la pena di morte, seguendo le orme, tra gli altri, di Ciad, Sierra Leone, Burkina Faso, Guinea Equatoriale e Zambia. Il parlamento ha infatti deciso di modificare la sua legge sui reati penali, eliminando la possibilità di condannare i detenuti alla pena capitale – generalmente attuata con l’impiccagione o la fucilazione – che era ancora prevista non solo per reati come l’omicidio, ma anche per contrabbando. La condanna a morte potrà essere ancora pronunciata solo per un ristretto gruppo di reati considerati atti considerati “di alto tradimento”, ma gli attivisti si stanno muovendo affinché la costituzione del Paese vieti anche questa opzione – così da ottenere una completa e totale rimozione della pena.
Il Ghana, in ogni caso, non esegue condanne a morte dal 1993, nonostante i tribunali continuino ad emettere sentenze di questo tipo – di cui sette lo scorso anno, per un totale di 176 persone attualmente detenute nel braccio della morte su una popolazione carceraria di più di 15mila individui. Con la modifica della legge, è molto probabile che alla fine la loro pena sia tramutata in ergastolo.
«La pena di morte non porta giustizia e non lenisce le ferite delle famiglie delle vittime, e non scoraggia nemmeno i trasgressori», ha commentato al Guardian Francis-Xavier Kojo Sosu, il deputato ghanese che ha sostenuto per primo il disegno di legge. «L’abolizione di un tipo di condanna simile dimostra che non vogliamo più essere disumani, incivili, chiusi e arretrati, e riflette la nostra convinzione comune che il diritto alla vita sia inviolabile».
La condanna a morte è però ancora accettata in decine di Paesi – almeno 52 quelli confermati nel 2022, tra cui Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita e Corea del Nord, seppure quattro in meno rispetto al 2021, secondo Amnesty International. Per un totale di più di 883 esecuzioni registrate lo scorso anno, con un aumento del 53% rispetto al 2021. Tuttavia, secondo le Nazioni Unite, sono circa 170 le nazioni totali che hanno abolito o introdotto almeno un vincolo alla condanna capitale, e si ritiene che altri 41 Paesi, che non vietano su carta la condanna a morte, non la eseguano da più di dieci anni.
Lo scorso anno l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha ratificato con una maggioranza record la moratoria universale – a risoluzione biennale – della pena di morte, con 125 voti a favore, 37 contrari e 22 gli astenuti. Si tratta di un’iniziativa – nata nel 2007 – rivolta alla sospensione dell’applicazione della pena di morte in tutti i Paesi membri dell’ONU, e con la cui firma gli Stati si impegnano a non applicare la condanna capitale pur potendola mantenere nei propri istituti giuridici. Una formula pensata per provare a convincere le nazioni più restie all’abbandono della pratica.
[di Gloria Ferrari]