venerdì 22 Novembre 2024

La provincia di Trento per la prima volta ha ordinato l’abbattimento di due lupi

Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento, ha firmato un decreto – già autorizzato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) – con cui si ordina l’abbattimento di due esemplari di lupo appartenenti al branco presente nella zona di Malga Boldera, nel versante trentino dei Monti Lessini, nel Comune di Ala. Il provvedimento – il primo caso in Italia in cui si arriva a usufruire delle deroghe alla protezione del lupo previste dall’art. 16 della Direttiva Habitat – arriva dopo alcuni episodi di predazioni da parte dei lupi ai danni dei pascoli della zona. Una decisione che ha provocato le proteste dei gruppi animalisti, con l’Organizzazione internazionale protezione animali (OIPA) che ha accusato le autorità provinciali di stare trasformando il Trentino in «un inferno per la biodiversità», alludendo anche alle misure contro gli orsi prese nelle ultimi mesi dall’amministrazione.

Tra giugno e luglio del 2023 il Corpo Forestale Trentino, stando a quanto si legge nel documento firmato da Fugatti, ha accertato l’uccisione di 2 asini e più di 10 vitelle, e per questo, “vista la Legge provinciale 11 luglio 2018 n. 9, il Presidente della Provincia ha la facoltà di autorizzare il prelievo, la cattura o l’uccisione limitatamente alle specie Ursus arctos e Canis lupus per determinati motivi di rilevante interesse pubblico, tra i quali è ricompreso quello di consentire, in condizioni rigorosamente controllate su base selettiva e in misura limitata, il prelievo di esemplari allo scopo di prevenire gravi danni all’allevamento o per altri motivi”.

Una versione dei fatti che non convince i gruppi animalisti. I pascoli d’alpeggio ricadenti all’interno del compendio di Malga Boldera sono dotati di una recinzione elettrificata anti-lupo, che ha tenuto fino a qualche settimana fa, evitando così che il branco facesse razzia di bestiame. L’Associazione ‘Io non ho paura del lupo’ lo descrive come “un vasto recinto di circa 64 ettari messo in opera nel 2018 e che per cinque anni ha consentito alla società di allevatori che lo utilizza di custodire in sicurezza gli animali, rivelandosi una soluzione efficace contro le predazioni da lupo”. Pare però che di recente, secondo i racconti dell’amministrazione, gli animali siano riusciti a superare la barriera, causando “grossi danni registrati nonostante le misure di prevenzione: la particolare intensità della pressione predatoria del lupo rispetto all’intero territorio provinciale evidenziano come si tratti di un caso di particolare criticità”, si legge nella nota di Fugatti.

Tuttavia l’Associazione ha specificato come nel corso degli anni, e nonostante i recenti accadimenti, questo recinto sia stato un importante punto di partenza “di come potrebbe essere gestito in sicurezza il pascolo in Lessinia”, la cui efficacia può essere incrementata “utilizzando congiuntamente altri elementi come la presenza dell’uomo, dei cani da guardia e il ricovero notturno degli animali più giovani in aree sicure. Ad oggi le predazioni all’interno di questo recinto rimangono dei casi eccezionali e l’efficacia dei mezzi di prevenzione non può essere messa in discussione”. Eppure i danni provocati da orsi e lupi in Trentino sono calati. Lo dice il Rapporto Grandi Carnivori, pubblicato dalla Provincia di Trento dopo mesi di sollecitazioni da parte di tecnici e ambientalisti, che sconfessano la narrazione allarmistica resa finora sul fenomeno dalle autorità provinciali, ansiose di ottenere il permesso per procedere ad abbattimenti indiscriminati sull’onda di una presente emergenza di pericolo per gli abitanti delle zone.

Gli ambientalisti lamentano infatti due cose nello specifico: la drasticità e la rapidità con cui si è giunti ad optare per l’abbattimento, scelto senza prendere in considerazione ulteriori iniziative non-letali volte alla dissuasione dei lupi; e la ‘superficialità’ delle informazioni a disposizione, che in casi come questo non può essere tollerata. “Rimangono poco chiari nel decreto alcuni aspetti fondamentali, tipo quali lupi devono essere abbattuti? (adulti? cuccioli? dominanti o altri esemplari?)”. E ancora: “La deroga tiene conto del fatto che il branco è attualmente impegnato nella crescita dei cuccioli di circa due mesi di età?”.

La risposta contenuta nel decreto è più che eloquente e conferma l’intenzione della provincia di voler avere mano libera per abbattere orsi e lupi: “Eliminare solo due esemplari non incide significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino Alto-Adige”.

[di Gloria Ferrari]

 

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