Un catalano (o una catalana, beninteso) che non fa rumore è come un francese che ti fa un complimento, un tedesco che capisce al volo è come uno spagnolo che ti lascia passare, un ungherese che non assaggia prima di mangiare è come un portoghese che ti ringrazia per un regalo non atteso, un italiano di cui ti puoi fidare ciecamente è come un austriaco che ti sorride, un danese che ti fa uno sconto è come un norvegese che non ti giudica, un greco che si fida di un turco è come un croato sobrio a tarda sera, uno svizzero che non ti pensa ladro è come uno slovacco che non ti guarda di nascosto, un belga che ti dà la precedenza è come un olandese che ti chiede come stai, un polacco che non pensa ai tuoi soldi è come un romeno che ti dà ragione, un irlandese scortese è come uno svedese distratto, un inglese che non ti deride è come…e un bulgaro, un albanese, un serbo, un baltico, uno sloveno? Non lo so.
Insomma, a forza di girare l’Europa in camper, potrei scrivere un libro sull’etno-sovranismo, nuova disciplina dei nostri tempi inquieti e talora troppo ignoranti che rifugge dai grandi ideali e riduce tutto a identità circoscritte.
Sono ovviamente gradite conferme o smentite dai vostri prossimi viaggi per vacanza o per lavoro.
Se poi qualche persona in affari, magari un onorevole rappresentante che siede a Bruxelles, volesse testimoniare qualcosa di curioso, anche lei o lui sarebbe gradito.
[di Gian Paolo Caprettini]
Eh sì, Europa Unita….